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Dall'Esoterismo all'Exoterismo - David Icke Meetup, Democrazia Diretta Sovranità Monetaria

12/8/2011

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Sunday, December 18, 2011, 11:00 AM
  Via Savoia 35, Roma, RM (map)
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David Icke Meetup,

Democrazia Diretta Sovranità Monetaria,

Edizioni Sì presentano il convegno

Dall'Esoterismo all'Exoterismo
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Programma:

11:00-11:30 Fabrizio Zani (Il tuo pensiero libero)

11:30-12:00 dibattito

12:00-12:40 Marina e Costanza (The China Study e la prospettiva Vegana)

12:40-13:20 dibattito

13:20-14:30 Buffet fruttariano

14:30-15:10 Luca Speranza (Fruttalia)

15:10-15:50 dibattito

15:50-16:35 Solange Manfredi (Il Gioco Democratico)

16:35-17:20 dibattito

17:20-17:50 Pino Strano (La Democrazia Diretta)

17:50-18:20 dibattito

18:20-19:00 Paolo Ferraro (Il caso del Magistrato Paolo Ferraro)

19:00-19:40 dibattito

19:40-20:05 Sebastiano Scrofina (La Banca del Tempo di Kaki Garden)

20:05-20:30 dibattito

Seguirà cena vegana al Pub Vegano Rewild, via Giovannipoli

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Ingresso Gratuito

Roma, Via Savoia 35 - citofono Associazione Salve
VICINANZE STAZIONE TERMINI


Fermiamo Le Banche & Le Tasse

http://marra.it/

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“Spread alle stelle non era colpa di Berlusconi” Ma i numeri dicono esattamente il contrario

12/6/2011

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Il differenziale fra titoli di Stato italiani e tedeschi scende sotto quota 400. Il record, 574 punti, era stato toccato il 9 novembre. Poi il presidente Napolitano ha imboccato la soluzione Monti. I numeri smentiscono le affermazioni di Alfano e La Russa, secondo i quali i mercati non avrebbero notato la differenza tra i due governi

”Dicevano che lo spread saliva per colpa di Berlusconi”, si lagnava una settimana fa il segretario del Pdl Angelino Alfano, intervenuto a Verona. Ma l’accusa, affermava, si è dimostrata “un castello di sabbia costruito sulle menzogne, mentre noi continuavamo a urlare la verità e cioè che la crisi è mondiale. Hanno eliminato il nostro governo e si sono accorti che non è cambiato nulla”. Lo stesso giorno, intervistato da Sky Tg24, l’ex ministro Ignazio La Russa affermava che associare l’impennata del divario di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi al governo Berlusconi era semplicemente “una bugia”, perché lo spread restava alto anche con l’esecutivo diMario Monti entrato in carica: “Grazie a questo esecutivo sappiamo che il governo Berlusconi non aveva alcuna responsabilità”, diceva La Russa con una certa soddisfazione.Sarà, ma i nudi numeri raccontano una storia tutta diversa. All’indomani della dura manovra economica annunciata dal governo Monti, lo spread tocca il minimo dell’ultimo mese: 375 punti, con i rendimenti dei Btp a dieci anni sotto il sei per cento. Il massimo era stato toccato il 9 novembre: spread a 574 punti (con chiusura a 552), record storico assoluto che portava il rendimento del Btp decennale a 7,47 punti, un salasso per le casse dello Stato sul fronte degli interessi sul debito pubblico. “Uno spread come quello che avevamo prima, a 570 punti, significava non avere conti pubblici sostenibili, avere banche non in grado di finanziarsi e quindi un credit crunch totale”, commenta oggi il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
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_Ma il 9 novembre non è un giorno qualunque. Vista la drammatica situazione dei mercati finanziari, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano imprime un’improvvisa accelerazione al quadro politico. Nomina senatore a vita Mario Monti, l’economista dell’Università Bocconi che da tempo è dato per favorito alla guida di un governo tecnico che sostituisca l’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. Taglia drasticamente, da un mese a una settimana, l’iter parlamentare della Legge sviluppo, nel tentativo di offrire qualche provvedimento concreto ai mercati e ai partner europei. Ottiene da Berlusconi, ormai privo di una maggioranza alla Camera, la formale assicurazione delle sue dimissioni da presidente del consiglio appena approvato il provvedimento. Il giorno dopo, 10 novembre, lo spread cade di oltre cento punti e chiude a 460. Questo significa un punto percentuale in meno d’interesse sui Btp.Si compie la svolta politica. La Legge sviluppo è approvata e, il 12 novembre, Berlusconi rassegna le dimissioni. Lunedì 14 lo spread chiude a 492. Due giorni dopo, il 16, il governo Monti giura e si insedia, in attesa di una fiducia assicurata. Lo spread sale a 518, dato massimo del periodo post berlusconiano. Nei giorni successivi resta su livelli alti, e questo ispira la “riscossa” del centrodestra sulla presunta indifferenza dei mercati davanti a un governo Berlusconi o a un governo Monti. Quest’ultimo è accusato a livello internazionale di non fare abbastanza “in fretta”, lo spread si muove sempre intorno ai 500 punti, ma non supera mai quota 504. Nonostante le affermazioni di Alfano, Di La Russa e di tanti altri esponenti dell’ex maggioranza, i numeri dicono che sono 70 punti in meno del poco invidiabile record berlusconiano. Fino al 5 dicembre, quando la la manovra “lacrime e sangue” di Monti è svelata ai cittadini e ai mercati: la differenza di rendimento fra titoli italiani e tedeschi scende sotto la soglia dei 400 punti.

Questi sono i fatti e i numeri del mese che ha cambiato il volto della politica italiana. Se poi si guarda tutta la durata del governo Berlusconi, come ha fatto recentemente il Financial Times, si scopre che cinque anni fa, quando a palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, lo spread era a 24 punti. Vale a dire venti volte meno del livello record berlusconiano. Poi è arrivata la crisi e la grande tensione sui mercati finanziari che – sono sempre i numeri a dirlo – il Cavaliere non è riuscito a contenere, tra manovre estive montate e smontate, continui bracci di ferro con gli alleati leghisti, uno stillicidio di defezioni parlamentari e una credibilità internazionale irrimediabilmente perduta.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/05/spread-alle-stelle-colpa-berlusconi-numeri-dicono-esattamente-contrario/175367/

Tratto da: Informare per Resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
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Parlano di come superare una "crisi" che non può essere superata... - editoriale

12/6/2011

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Siamo sicuri al 100% che i cittadini interpellati abbiano risposto davvero come indicato nel sondaggio di Ballarò del 29 Novembre riportato sopra. Il problema è che la risposta giusta è la "C", quella che non hanno proposto. Da questa "crisi" non se ne esce. Si ostinano a non dirlo, ma per capirlo ci vuole veramente poco. Sondaggi come questo servono solo a far digerire ai cittadini-telespettatori le varie "stangate" che si susseguiranno, convincendo i cittadini che i "sacrifici" sono necessari, e che la maggioranza degli italiani sono disposti ad accettarli di buon grado: "mal comune, mezzo gaudio". Li accettano gli altri, perché non dovresti accettarli tu? E se davvero la gente è disposta a pagare ancora più di quanto stia pagando, è grazie al lavoro certosino che stanno facendo i partiti politici e i mass media a loro asserviti.

Continuano a paragonare la situazione attuale alla crisi del '29, che fu causata da circostanze ben diverse, in uno scenario economico post-bellico altrettanto diverso. Per definire la situazione di oggi infatti, la parola crisi è utilizzata a sproposito: questa non è una "crisi" ma la logica conseguenza di scelte politico-economiche pianificate a tavolino da quei poteri forti che gestiscono il sistema economico ed i mercati (il debito pubblico è conseguenza del sistema monetario a debito) e quelle multinazionali che si stanno trasferendo in massa nei paesi del terzo mondo.

Abbiamo perso milioni di posti di lavoro grazie alla delocalizzazione verso il terzo mondo, ma non è ancora finita. Ne perderemo altrettanti nei prossimi anni. Se alcune aziende hanno già terminato il processo di delocalizzazione, in alcuni casi è tuttora in corso: le fabbriche non chiudono mai i battenti all'improvviso, per ovvi motivi di immagine: se dichiarassero spudoratamente che si trasferiscono dove il costo del lavoro e le tasse sono convenienti, e le leggi sulle emissioni inquinanti sono permissive (risparmiando sui costi di depurazione e smaltimento dei rifiuti) rischierebbero di perdere clienti. Chiudono per gradi, come sta facendo la Fiat, tagliando il personale "a rate", adducendo a quella "crisi" che stanno aggravando loro stesse, licenziando in massa. E' di pochi giorni fa, la notizia che gli stabilimenti Whirpool presenti in Italia manderanno a casa 1.000 lavoratori. Lo hanno detto giornali e tv, che si sono "dimenticate" di farci presente che negli USA, "patria" della multinazionale, l'ultimo stabilimento Whirpool ha chiuso i battenti nel 2010. Si sono trasferiti in Messico, dove il costo della manodopera è di 4$ contro i 18$ necessari per pagare un lavoratore statunitense. L'indignazione dei cittadini di Evansville non è servita: tra l'altro, lo stabilimento Whirpool era l'ultima fabbrica presente in città: tanto per capire cosa dobbiamo aspettarci anche in Italia e in Europa.

Ai milioni di posti di lavoro persi direttamente a causa della delocalizzazione, dobbiamo sommare quelli che perdiamo come conseguenza indiretta della stessa:

  • Le piccole imprese, che non hanno la possibilità di trasferirsi altrove, non reggono la concorrenza di chi produce con costi irrisori, finiscono "fuori mercato" e chiudono; 
  • Meno lavoro significa meno consumi, e i piccoli commercianti - quelli che hanno resistito all'avvento della "grande distribuzione - sono costretti a chiudere. Spesso la diminuzione degli incassi è progressiva: guadagnano sempre meno, fino a quando i guadagni non sono più sufficienti per coprire le spese; e quelli che non dispongono di risparmi per far fronte alla situazione - o qualcuno che li aiuta - finiscono per indebitarsi, finendo inevitabilmente nelle grinfie di equitalia. 
  • Se il commercio piange, gli artigiani non ridono. Tutti gli interventi che non sono strettamente necessari, vengono rimandati, e aumenta il fai-da-te.
  • Anche il settore turistico, dalle strutture ricettive ai negozi di souvenir, risentono della crisi: si viaggia meno, e quando si viaggia si spende meno. Sono molti i turisti che pranzano con un panino all'ombra dei monumenti storici: e nei prossimi anni, ovviamente sarà sempre peggio. I dati tra l'altro, dimostrano che il calo più vistoso lo hanno registrato le strutture più economiche: anche i prezzi più bassi ormai sono proibitivi. Mentre gli alberghi di lusso, di contro, aumentano il fatturato.
  • Nei mesi scorsi il numero dei cassaintegrati ha toccato la soglia record di 450.000 unità; e il trend dimostra che buona parte non saranno reintegrati. A questi, si aggiungono coloro che sono nelle liste di mobilità. Nel giro di pochi mesi, la maggioranza di queste persone finirà per ingrassare le liste di disoccupazione, e molte famiglie resteranno senza reddito...

Quando quindici, venti anni fa pochi economisti liberi avevano previsto quello che sta accadendo oggi, nessuno gli dette importanza. Le TV non gli concessero spazio, internet era cosa per pochi, e chi ebbe modo di ascoltare quelle previsioni disfattiste - ma realistiche - nella maggioranza dei casi le considerava "castronerie": roba da folli, da "complottisti", come probabilmente farà oggi qualcuno leggendo queste righe.

Le cose andavano a gonfie vele, a quei tempi tutte le famiglie potevano comprarsi una casa, sposarsi e fare dei figli non era un lusso, le ferie estive e la settimana bianca erano praticamente alla portata di tutti, se "babbo e mamma" lavoravano entrambi i figli potevano ancora chiedere loro il "regalino" fuori stagione. Alcune famiglie riuscivano a vivere con uno stipendio solo, se la cavavano pressappoco come quelle dove oggi lavorano entrambi. Il precariato non esisteva. Oggi tutto questo sembra un sogno, ieri era realtà. Guardavamo al futuro con fiducia, ci aspettavamo "il grande progresso", le auto volanti e la cura per tutte le malattie. Altri tempi.

Anche un altro movimento, dieci anni fa, aveva previsto tutto questo. Movimenti di tutto il mondo, di varia estrazione culturale - dai cattolici della rete Lilliput fino ai centri sociali - si erano uniti per dire NO alla globalizzazione, per contestare le scelte dei "grandi della terra", per denunciare come questo sistema selvaggio non avrebbe potuto reggere.  Un movimento nato a Porto Alegre, in Brasile, e morto a Genova, dove ha avuto luogo la "più grande repressione di massa e sospensione dello stato di diritto dal dopoguerra", per utilizzare le parole con la quale Amnesty ha definito le vicende del G8 di Genova. Più di 200.000 persone (una cifra immensa se consideriamo la strategia della tensione alimentata dai mass media, che annunciavano attentati di ogni tipo) scesero in piazza gridando che "un mondo diverso è possibile". Furono massacrati.

Quello che è successo, lo sappiamo tutti. Un morto, e migliaia di persone inermi prese a manganellate. Non si contavano le persone con trauma cranico e ossa rotte. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. I responsabili, anche quelli condannati (a pene lievissime, con molti capi di accusa finiti in prescrizione) in molti casi hanno fatto carriera, con il silenzio-assenso di tutto l'arco parlamentare: fu approvata, con il totale silenzio dell'opposizione, una legge per salvare i violenti dal dover risarcire le vittime.


Ma davvero qualcuno credeva che tale "macelleria messicana" potesse passare inosservata? La sanguinaria irruzione alla Diaz, le torture di Bolzaneto, le feroci cariche ai cortei pacifici... o forse, l'obiettivo era quello - raggiunto pienamente - di distruggere un movimento che iniziava a dare fastidio? I cittadini, shoccati da ciò che hanno subito, o terrorizzati da ciò che ha visto in TV, si sono ben guardati dal tornare in piazza. Al G8 successivo, parteciparono poche migliaia di persone. Tutto il lavoro svolto fino a quel momento, è andato in fumo.


Quali erano gli obiettivi del "Genoa Social Forum", alla quale avevano aderito oltre 700 organizzazioni di tutto il mondo? (elenco adesioni qui + qui) 
Cosa contestavano? 
Cosa proponevano? 

Per farla breve, contestavano "il sistema" che ci ha condotto a questa situazione: in tutte le sue sfaccettature. Dal punto di vista sociale, legislativo, ambientale. 

La maggioranza di quei cittadini che disprezzavano o comunque non davano importanza a quel grande movimento di massa - e tra questi mi inserisco anch'io, che all'epoca avevo 20 anni - grazie all'immagine distorta che ci trasmettevano i mass media,  se avessero conosciuto a fondo "il messaggio" che essi proponevano, non avrebbero potuto che dargli ragione.  Ma come al solito, tutto viene vissuto e interpretato dal punto di vista ideologico: senza obiettività, senza la minima razionalità... MA LA STORIA GLI HA DATO RAGIONE, anche se purtroppo, di quel movimento, di quei giorni, è rimasto solo il ricordo dei "black block", delle violenze delle forze dell'ordine, la città di Genova a ferro e fuoco...


Alessandro R. per www.nocensura.com

APPROFONDIMENTI:

  • "La delocalizzazione delle imprese italiane" File PDF -Illustra la situazione e cita alcuni esempi di aziende italiane che hanno delocalizzato. a cura di UGL
  • "Le aziende italiane emigrano all'estero" File PDF un articolo dell'Espresso del 2004 sulle delocalizzazioni
  • Documento di presentazione del Genoa Social Forum
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La parola “giustizia” sta alla “giustizia” quanto “equitalia” sta all’equità...

12/6/2011

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__Ecco alcune “chicche” tra sentenze durissime contro i pericolosissimi “ladri comuni” e i maxi sconti riservati a politici e altri privilegiati…
Tratto da: La parola “giustizia” sta alla “giustizia” quanto “equitalia” sta all’equità… | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/12/06/la-parola-giustizia-sta-alla-giustizia-quanto-equitalia-sta-allequita/#ixzz1fk1kPiDZ
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

Coltiva 4 piante di Marijuana: condannato a 6 anni di reclusione e 30.000€ di multa (vedi http://bit.ly/tF1TFN) Non è andata meglio a un 40enne condannato a 3 anni per un PACCHETTO DI WAFER da 1,29€… (vedi http://bit.ly/sgmyHs) e c’è chi per 50 grammi di prosciutto rischia da 3 a 10 anni…. (vedi http://bit.ly/tkzJkV) Bisignani, pregiudicato, condannato per l’affaire P4 (la nuova P2) con ben 10 capi di imputazione, tra cui l’ “associazione per delinquere” è stato condannato a 1 anno e 7 mesi!(vedi http://bit.ly/tTjNc1)

Due poliziotti ammazzano di botte un senzatetto alla stazione di Milano: condannati per omicidio e falso, il giudice concede loro le “attenuanti”: uno condannato a 10 anni, l’altro a 3 (vedi http://bit.ly/slHRCd)

Gli Stati Uniti hanno fermato i magistrati, impedendogli di processare il Papa per favoreggiamento dei pedofili, perché é un “capo di Stato”.  (Vedi http://bit.ly/vgjLHI)

Vanna Marchi condannata nel 2006 (5 anni fa) a 11 anni di reclusione per “associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ha ROVINATO decine di persone, spillando loro tutti i risparmi, inducendole ad indebitarsi per pagare le “magiche” radici di liquirizia del “Maestro di vita” Do Nascimento, è già in semilibertà: dalle 09.00 alle 22.00 sta fuori dal carcere, ove rientra per dormire. (Ved9 http://bit.ly/tEWn0w)


Massimo Papini invece ha scontato 18 mesi di reclusione senza aver fatto niente, sulla base di “sospetti” senza una base solida, ma sufficienti per farlo stare chiuso in cella un anno e mezzo. (vedi http://bit.ly/rO3WI0)

E’ andata peggio a Marco Moreschini, che in carcere ingiustamente ci ha passato 2 anni per un caso di omonimia: cosa che succedono solo a Paperopoli, Topolinia e in Italia… (vedi http://bit.ly/vyNtLY)

A Ottobre di quest’anno un giudice si è dimenticato di scrivere le motivazioni della condanna: e 9 boss mafiosi sono tornati in libertà… (vedi http://bit.ly/mU62Le)

Sono 87 tra deputati e senatori gli “onorevoli” finiti nelle maglie della giustizia a vario titolo, tra inquisiti, rinviati a giudizio, salvati dalla prescrizione o condannati; (vedi http://bit.ly/q8qcg1) praticamente il 9% dei parlamentari. La situazione è poco migliore nei Consigli Regionali: in Sicilia per esempio, i consiglieri “illegali” sono 27 su 90: uno su tre, niente male. (vedi http://bit.ly/tgg0Qd) – PS: pensate davvero che tutti quelli che hanno commesso qualche reato siano stati scoperti? La giustizia italiana è così efficiente ?!? Oppure quelli scoperti sono – come sempre – una minoranza…?

Luciano Rapotez, 92 anni: torturato perché confessasse colpe che non aveva, aspetta “le scuse” da parte dello stato da …. 56 anni. (Vedi http://bit.ly/mfjsV0) gli auguriamo di vivere così a lungo da poterle ricevere: significherebbe che è immortale…

Che dire poi delle condanne lievissime inflitte ai poliziotti che hanno ucciso Federico Aldrovandi, e agli altri agenti protagonisti dei vari “Omicidi di Stato”… (vedi http://bit.ly/tkbBZm)

staff nocensura.com

http://www.nocensura.com/2011/12/la-parola-giustizia-sta-alla-giustizia.html

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La Terza Guerra Mondiale

12/5/2011

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_DI GIANPAOLO MARCUCCI
L'euro è morto, è nato morto, si muove, agisce, governa, ma è morto. Ciò a cui di più esso assomiglia è la figura dello zombie che come nella migliore delle tradizioni cammina senza essere vivo. L'euro, come gli zombie, si nutre di cervelli, i cervelli di chi lo tiene in vita, attraverso la formazione di organi sovranazionali che in suo nome distruggono intere nazioni e i cervelli di chi, da sfruttato, continua a credere in esso, perché "non c'è alternativa alla moneta unica".L'euro è uno zombie e gli zombie fanno paura; i leader europei sono arrivati a minacciare il mondo di far scoppiare la terza guerra mondiale se stacchiamo la spina al nostro simbolo unificatore e non alimentiamo la sua vitale agonia. Nei film gli zombie sono autonomi, nascono da un'anomalia, un virus, un'epidemia. Nella realtà i nostri zombie sono disegnati, prodotti e tenuti in vita da uomini, uomini incalcolabilmente ricchi, che hanno il potere di decidere delle sorti di miliardi di persone senza che queste possano in alcun modo interferire nei loro piani. Cosa possiamo fare per difenderci dagli zombie? Sparargli dritto al centro della fronte? No, non servirebbe a nulla. I nostri zombie sono a prova di proiettile, perché non sono umani: i nostri zombie sono idee, convinzioni, consuetudini, atteggiamenti. L'unico modo per sconfiggerli è quello di compiere scelte più consapevoli e di partecipare sempre più attivamente alla vita politica del paese. L'informazione è il primo passo, i cittadini informati sono più difficili da manipolare e sfruttare; poi viene la presa di coscienza, bisogna capire che tutto ciò che crediamo essere immutabile o immodificabile o semplicemente conseguenza dell'unica via, in realtà può e deve essere messo in discussione. L'euro non è l'unica moneta possibile, come d'altronde il controllo degli stati da parte di banche private non significa per forza il normale corso dell'economia moderna e del capitalismo. La televisione, strumento di controllo le cui redini sono tenute da élite e potentati economici che puntano al dominio delle masse è il grande complice dei nostri zombie. Dunque se vogliamo salvarci dall’invasione dei non-morti, non ci resta altro che chiudere la bocca al loro portavoce. I palinsesti dei media tradizionali sono pianificati in modo da proporre esclusivamente problemi alla cui soluzione noi cittadini non possiamo in alcun modo contribuire. Da “finestra sul mondo”, la Tv è oggi divenuta una “finestra su un muro”  che ci divide dal mondo. Chiudiamo allora quella finestra virtuale e apriamone un’altra, la finestra di casa nostra. Ricominciamo ad occuparci dei problemi del vicinato, del quartiere, della città.Bisogna acquisire la consapevolezza del fatto che nel momento in cui tutti insieme decideremo di impegnarci per cambiare le cose, il cambiamento sarà già avvenuto. E allora agiamo costruttivamente, abbandoniamo la delega, partecipiamo direttamente e diffondiamo consapevolezza. Facciamolo, tutti insieme, ora, perché se non si risvegliano i vivi, sarà per sempre il tempo degli zombie.

Preso da: http://eccocosavedo.blogspot.com_
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Intervista a Lucio Ranieri, direttore di uno studio di registrazione sull'aspetto tecnico dei backmasking

12/5/2011

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__Tratto da http://www.centrosangiorgio.com/subliminale/articoli/pagine_articoli/intervista_lucio_ranieri.htm

Nel 1996, Lucio Fabio Ranieri, esperto musicale, nonché direttore dello studio di registrazione sonora Yara Record (di Catanzaro) e Consulente fonico dell'Autorità Giudiziaria, ha rilasciato un'intervista inerente i messaggi al contrario nella musica (i cosiddetti backmasking) all'amico saggista Giuseppe Cosco, morto prematuramente nel 2002 a cinquant'anni. La riproponiamo per la sua inalterata attualità e per l'indiscussa competenza in materia dell'intervistato

- Giuseppe Cosco: Quali sono le tecniche usate per inserire messaggi subliminali?
- Lucio Ranieri: «Le tecniche adoperate per la registrazione di messaggi subliminali finora riconosciute sono quattro:
Tecnica con registrazione rovesciata.
Tecnica sulle basse o alte frequenze.
Tecnica con basso o alto volume.
Tecnica con velocità variabile.


Prima di spiegare le tecniche appena citate, vorrei fare una piccola introduzione, affinché si possa capire meglio la registrazione di tali messaggi. Dobbiamo sapere che un suono è il prodotto di una serie di frequenze, regolari o irregolari. Queste frequenze possono essere alte o basse. L'unità di misura della frequenza si chiama "hertz". Ipotizziamo, per meglio capire, una linea orizzontale dove a sinistra viene indicato un numero zero e a destra un numero 20.000; identifichiamo in questa linea il nostro strumento di misura, quindi, da zero a 20.000 hertz. Questo sarà il nostro spettro audio. Quando viene adoperata la tecnica di registrazione sulle basse frequenze la identificheremo sulla sinistra della nostra linea. Quando invece il messaggio si registrerà sulle frequenze alte la identificheremo sulla parte destra della linea; infine quando la registrazione avverrà sulle frequenze medie (in genere frequenza della voce) la identificheremo sulla parte centrale della linea. Quando il messaggio viene registrato a velocità variabile, potrà andare da destra a sinistra o viceversa della nostra linea.

- Giuseppe Cosco: Come si può definire un messaggio subliminale?
- Lucio Ranieri: «Il messaggio subliminale non è altro che il prodotto di una serie di parole, dette a frequenza variabile e registrate all'interno di una composizione musicale, con una delle tecniche suddette».

- Giuseppe Cosco: Qual è la tecnica più usata?
- Lucio Ranieri: «Quella più riscontrata in diverse composizioni di livello internazionale è la registrazione rovesciata ("backward"). La procedura è la seguente: in genere un gruppo di artisti ha a disposizione un certo numero di tracce audio dove poter registrare la sua musica. L'operazione finale sarà quella di assemblare queste tracce, che daranno vita alla composizione. Una traccia sarà quella contenente il messaggio subliminale, a sua volta registrato al contrario. Ora, la scelta di come fare ascoltare o no questo messaggio può essere: ascolto a volume basso o alto. Ascoltando un brano a volume basso è chiaro che non si avrà nessun disturbo; al contrario, a volume alto si sentirà uno strano suono indecifrabile, appunto il messaggio subliminale».

- Giuseppe Cosco: L'efficacia del messaggio sull'ascoltatore dipende dal volume col quale è ascoltato il disco?
- Lucio Ranieri: «No. L'efficacia del messaggio stesso non viene influenzata da questo tipo di scelta».

- Giuseppe Cosco: E le altre tecniche per inserire dei messaggi nascosti?
- Lucio Ranieri: «Una è quella di registrare il messaggio su una frequenza molto alta, per esempio da 18.000 hertz in su, una frequenza fuori dalla portata di un orecchio umano (tranne rare eccezioni). Allo stesso modo, registrando su una frequenza bassa, il messaggio è facilmente mimetizzabile con, ad esempio, il basso, la chitarra (specialmente se di tipo rock), la cassa della batteria e con quant'altro suoni su questa frequenza. Vorrei a tal proposito spiegare un esperimento da me stesso effettuato: ascoltando un semplice segnale sonoro a circa 32 hertz, con una pressione sonora di circa 105 decibel, ho provato una sensazione di inquietudine, di ansia. Un'altra tecnica di registrazione è la velocità variabile: si effettua una variazione della velocità del messaggio o dell'altezza della frequenza durante il protrarsi di una composizione di tipo ritmico metronomico. Questo tipo di tecnica può assumere, all'interno di una composizione, un carattere ipnotico dato dal variare stesso del messaggio. In questo caso sonoro e non vocale. Per avere un'idea immaginate un suono particolare, variabile come una sirena e facente parte di una musica con un ritmo costante, che martella la testa».

Preso da: www.disinformazione.it
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__ Intervista al dottor Renato Cocchi sulle capacità del nostro cervello 
di captare e decodificare messaggi letti o cantati al contrario.
Tratto da http://www.centrosangiorgio.com/subliminale/articoli/pagine_articoli/intervista_renato_cocchi.htm


L'emisfero cerebrale destro (sede dell'emotività) e l'emisfero cerebrale sinistro (sede della razionalità).


Nel 1997, dopo che un giornale locale aveva dato notizia di una conferenza tenuta dal nostro Centro in quel di Milano, fummo contattati dal Dott. Renato Cocchi, specialista in Psicologia Medica e Neurologia, Direttore Sanitario e Primario della Casa di Cura Villa Silvia a Senigallia (Ancona). Il Dott. Cocchi, in base ai suoi studi e alla sua grande esperienza professionale, fu in grado di fornirci preziose notizie a riguardo delle abilità della nostra mente di percepire e decodificare parole lette o cantate a rovescio. Resosi disponibile, il Dott. Cocchi è stato intervistato dal giornalista romano Carlo Climati 1. Pur partendo da un campo d'indagine estraneo al tema che stiamo trattando, il Dott. Cocchi è giunto nel corso delle proprie ricerche personali a conclusioni che sembrano avvalorare l'ipotesi di una reale efficacia del backmasking.

- Carlo Climati: Dott. Cocchi, Lei conosce il problema dei «messaggi nascosti» nella musica rock?
- Dott. Renato Cocchi: «Sì, ne ho letto per caso sui giornali; poi ho letto il suo libro e ascoltato gli esempi riportati nell'audiocassetta allegata 2. Non ci possono essere dubbi sulla loro esistenza».


- Carlo Climati: Secondo Lei, il cervello umano è in grado di decifrare parole rovesciate? E se lo è, in che modo?
- Dott. Renato Cocchi: «Il cervello umano ha questa capacità. Ogni segnale che va al nostro cervello produce due immagini (engrammi 3): una normale, nell'emisfero dominante, e una rovesciata o all'incontrario, nell'emisfero non dominante. In altri termini, in ogni persona con dominanza emisferica a sinistra per il linguaggio (vale a dire: quasi tutti), se io invio "Roma", il cervello di sinistra riceve regolarmente "Roma", ma quello di destra riceve contemporaneamente "Amor"».


- Carlo Climati: Attraverso quale meccanismo ciò può avvenire?
- Dott. Renato Cocchi: «Quello della percezione all'incontrario, che per le parole viene detto "a specchio". Normalmente, l'engramma a specchio viene soppresso, ma in particolari patologie cerebrali (ictus, di solito) esso salta fuori, e abbiamo: una lettura a specchio ("mirror reading"), una scrittura a specchio ("mirror writing") e un linguaggio a specchio ("mirror speaking"), di cui ho descritto il primo caso in assoluto, nel 1986, su "Acta Neurologica Belgica", di un ragazzo che dopo un intervento al cervello per un tumore benigno, al risveglio dall'anestesia si accorse di parlare all'incontrario».


- Carlo Climati: Esistono ricerche scientifiche in questo ambito?
- Dott. Renato Cocchi: «Sì, ed è un campo in cui ho contribuito di persona. Soggetti normali o dementi o alcolisti sottoposti ad un test visivo a scelta multipla, non riuscendo a dare la risposta giusta, scelgono in maniera assolutamente non casuale una risposta al contrario se questa è disponibile come risposta errata. Nell'ultima ricerca che ho fatto in proposito, e che è in corso di stampa, di trentanove risposte errate su sessanta, ventitre sono state risposte in contrario. La probabilità che questa scelta sia casuale è minore di uno su un milione. Normalmente, si accetta un rapporto di causa ed effetto quando la probabilità che si tratti di un evento casuale è inferiore o uguale al cinque su cento. Come ho detto, la risposta errata, in contrario, può essere data da soggetti normali. Del resto, ci sono individui accettati come normali, che abitualmente sembrano tener più conto dell'informazione contraria. Sono noti a tutti, avendo anche un preciso nome nella cultura popolare. Da noi è il "Bastian Contrario", in inglese è "The Contrary Mary"».

- Carlo Climati: Lei ritiene che l'uso di parole rovesciate in un disco o in un CD-ROM di musica rock potrebbe essere un mezzo idoneo per raggiungere il cervello dell'ascoltatore?
- Dott. Renato Cocchi: «Inserire informazioni al contrario in un disco che viene ascoltato, può essere una modalità idonea per far pervenire queste informazioni nel verso giusto all'emisfero cerebrale non dominante, ma solo se si tratta di parole isolate. Ad esempio, il famoso messaggio alla fine di Miserere, di Zucchero Fornaciari, è perfettamente decifrabile dal cervello di destra, ma nella sequenza: "droga, eroina, hashish", perché si tratta di parole isolate, e ognuna significativa di sé stessa».

- Carlo Climati: Per quanto riguarda frasi o testi ancora più lunghi?
- Dott. Renato Cocchi: «Il problema è complesso, perché inserendo la frase all'incontrario, non solo si rovesciano le parole, ma si porta anche la fine della frase all'inizio, o la fine dell'ultima frase al primo posto, per quanto riguarda i testi più lunghi. Prendiamo la frase: "Oggi sono andato a far la spesa"; se la rovescio diventa: "aseps al raf a otadna onos iggo". Ora, mentre sappiamo con sicurezza che il cervello è in grado di rovesciare le parole, non ci risulta che sia in grado di far questo con le frasi, e meno che mai con testi più lunghi. Se però la frase di prima io la sento, sia pur con le parole rovesciate, ma rispettando l'inizio e la fine della frase, in questo modo: "iggo onos otadna a raf al aseps", il cervello di destra può tranquillamente decifrarla, dovendosi solo limitare a rovesciare una per una le parole, che sono già nella sequenza giusta».


- Carlo Climati: Quindi, tutti i testi presentati come esempi nell'audiocassetta allegata al mio libro non funzionano a questo scopo, e per essere decifrati bisogna per forza ascoltare i dischi al contrario?
- Dott. Renato Cocchi: «Io credo che il loro satanismo riguardasse gli autori o i cantanti, secondo la credenza esoterica che ritiene diaboliche affermazioni religiose dette al contrario, o direttamente laudative del diavolo. Per ragioni un po' più complesse da spiegare, nell'età giovanile può esserci una spinta biologica che porta agli atteggiamenti oppositivi, quelli "all'incontrario". Chi meglio può rappresentare il simbolo di questa spinta, se non il contrario per eccellenza, il male, come contrario del bene, Satana (o chi per esso) come il contrario di Dio? Però, tra tutti gli esempi che ho sentito ce n'è uno che può funzionare benissimo, ed è quello dei Black Oak Arkansas. Se girando il disco all'incontrario si sente: "Satan, Satan, Satan, Satan, he is god, he is god, he is god, he is god" ("Satana, Satana, Satana, Satana, egli è dio, egli è dio, egli è dio, egli è dio"), questa frase, quando il disco suona nel verso giusto, diviene: "dog si eh, dog si eh, dog si eh, dog si eh, natas, natas, natas, natas" ("dio è egli, dio è egli, dio è egli, dio è egli, Satana, Satana, Satana, Satana"). Il senso viene perfettamente mantenuto, pur scambiando il soggetto con il predicato. Si tratta di un fatto casuale? Difficile dirlo; la scelta era in ogni caso di tipo satanista. Poi, che sia anche diventata funzionale da un punto di vista della neuropsicologia, è un aspetto nuovo da valutare. Oltre ad essere un mezzo adeguato per far passare un certo contenuto, esso utilizza un veicolo, la musica rock, particolarmente consumato da quella fascia di pubblico che è più predisposta, per ragioni neuroendocrine legate all'età, ad accettare messaggi oppositivi o al contrario».

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_Per riassumere, durante lo studio di diversi soggetti affetti da particolari psicopatologie, il Dott. Cocchi ha riscontrato alcuni comportamenti che, partendo dalle scoperte sulle relazioni e sulle competizioni intra ed inter-emisferiche sulla gestione delle informazioni di Flor-Henry, di Strauss e di Kosaka, egli attribuisce ad una dominanza emisferica imperfetta 4 in soggetti malati o sani, ossia ad una dominanza temporanea, stabile o stabilizzata di strutture, aree o funzioni di quell'emisfero celebrale che abitualmente non è l'emisfero dominante per uno specifico compito. La dominanza dell'emisfero cerebrale destro (sede dell'emotività) sull'emisfero sinistro (sede della razionalità) può dar luogo a comportamenti cognitivi incongrui quali il mirror writing, il mirror reading e il mirror speaking. Tali comportamenti, derivanti non solo da patologie specifiche del sistema nervoso centrale, ma anche da traumi accidentali allo stesso, da interventi neurochirurgici o dal consumo di oppiacei o di alcol, hanno alla loro base un meccanismo cerebrale già noto da tempo, che fa sì che stimoli percettivi producano contemporaneamente nei due emisferi cerebrali un engramma e il suo opposto; quest'ultimo viene normalmente soppresso. In particolari condizioni, questo meccanismo di soppressione viene inibito, per cui l'opposto può farsi presente con un'immagine di solito a specchio. Non solamente la scrittura, la lettura o il linguaggio possono acquisire comportamenti a specchio, ma anche la manipolazione di oggetti può avvenire al contrario. L'esistenza di questo meccanismo cerebrale è provata dal fatto che se si fissa per qualche minuto una superficie rossa e si passa repentinamente ad una superficie bianca (assenza di colore), per qualche istante, prima di venire soppresso dal meccanismo d'inibizione, l'occhio vedrà il colore verde, ovvero l'opposto del rosso. Proietta all'esterno, quindi, il colore che si è formato nell'emisfero non dominante, più lento nell'adattarsi al nuovo stimolo. Ciò che in definitiva il Dott. Cocchi sostiene è che se dunque il nostro cervello è sempre in grado di percepire l'opposto di ogni stimolo, e, in presenza di determinate patologie che inibiscono il meccanismo di soppressione dell'opposto, può produrre in certi soggetti la scrittura, la lettura o il linguaggio al contrario, ne consegue inevitabilmente che la nostra mente è certamente in grado di cogliere anche il contrario di una frase rovesciata, se disposta in sequenza adeguata, e che quindi un messaggio a ritroso è un mezzo idoneo per raggiungere la nostra psiche.

 Note

1 Estratto dal libro di P. Baroni, I prìncipi del tramonto, Il Cerchio, Rimini 1997, pagg. 185-187.
2
Il Dott. Cocchi si riferisce all'audiocassetta contenente numerosi esempi di backmasking allegata al libro di Carlo Climati Inchiesta sul rock satanico, Edizioni Piemme, 1996.
3 Un engramma è un ipotetico elemento neurobiologico che consentirebbe alla memoria di ricordare fatti e sensazioni immagazzinandoli come variazioni biofisiche o biochimiche nel tessuto del cervello. http://it.wikipedia.org/wiki/Engramma4 Le diverse funzioni esercitate dai due emisferi cerebrali sono ormai un dato scientifico acquisito e riconosciuto universalmente dalla scienza; lo testimonia una piccola parte della vastissima bibliografia sull'argomento che riportiamo di seguito:
- J. L. Bradshaw, N. C. Nettleton, K. Patterson, «Identification of mirror-reversed and non-reversed profiles in same and opposite visual fields», in J. Exp. Psychol., 1973, 99, pagg. 42-48.
- R. Cocchi, «Analisi delle risposte errate, date alle PM47 di Raven, rev. 1962, forma I, da un campione di universitari», in Riv. Ital. Disturbo Intellet., 1993, 6, pagg. 83-90.
- R. Cocchi, A. Pola, M. Sellerini, P. Tosca, F. Zerbi, «Mirror speaking after neurosurgery, Case history», in Acta Neurol. Belg., 1986, 86, pagg. 224-232.
- L. Cordella, «Lateralizzazione emisferica: aspetti dinamici in ambito biologico», in Riv. Ital. Disturbo Intellet., 1991, 4, pagg. 57-71.
- T. Feinberg, G. Jones, «Object reversal after parietal lobe infarction - A case report.», in Cortex 1985, 21, pagg. 261-271.
- G. Gainotti, «Laterally of affect: the emotional behavior of right- and left-braindamaged patients», in Myslobosky M. S. (Ed.), Hemisyndromes. Academic Press, New York, 1983, pagg. 175-192.
- H. W. Gordon, «Genetic and hormonal aspects of hemispheric asymmetries», in Neurosciences Letters Supplement, 1980, 5, S8.
- J. Noble, «Paradoxical interocular transfer of mirror-image discriminations in the optic chiasm sectioned monkeys», in Brain Res., 1968, pagg. 1095-1099.- A. Rothenberg, «Opposite responding as a mesure of creativity», in Psychol. Rep., 1973, 33, pagg. 15-18.
- A. Rothenberg, «Janusian thinking and Nobel Prize laureates», in Am. J. Psychiatry, 1982, 139, pagg. 122-124.
- W. Wittling, R. Roschmann, «Emotion-related hemisphere asymmetry; subjective emotional responses to laterally presented films», in Cortex, 1993, 29, pagg. 431-448.

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Astuzie del consumismo

12/5/2011

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__Dell'Ing. Rodolfo Roselli, intervento su Radio Gamma 5 del 23.11.2011
Il consumismo è un termine per promettere la felicità personale con l’acquisto o il possesso continuo di beni materiali, non su  base volontaristica, ma attraverso la subdola coercizione di mezzi visivi, materiali e psicologici.
Non è un fenomeno di oggi, perché già Carlo Marx aveva definito come ”feticismo della merce” il desiderio indotto al possesso anche di beni praticamente inutili.
La promozione lecita delle merci prodotte dal lavoro umano, in questo modo, diventa la misura del rapporto sociale, e per contro i rapporti sociali si misurano in funzione del possesso di beni, in questo modo scompare la valutazione della persona per i suoi valori morali, ma solo perché possiede certi  valori materiali.


Negli anni sessanta nell’occidente si verificò un processo d’espansione del benessere con un arricchimento generale e un conseguente aumento della domanda di beni, ma il mantenimento di tutto questo era strettamente legato alla crescita della domanda  e quindi al consumo.
Un consumo non di necessità, sostenuto da una pubblicità ossessiva, e neppure scoraggiato dalla carenza di denaro, che viene aggirato promovendo l’uso di rate, cambiali, crediti al consumo,carte di credito cioè aumentando l’indebitamento. E di questo fenomeno ha preso consapevolezza anche la fiscalità, che oggi sposta gradualmente la tassazione dai redditi agli scambi commerciali ,per il semplice motivo che si è constatato che il valore degli scambi commerciali, basati sull’indebitamento, supera addirittura le risorse corrispondenti ai redditi.


E così molte persone, anche se non benestanti, acquistano beni che non servono più a soddisfare bisogni precisi e reali, ma il cui possesso li fa sentire al passo con i tempi.
Tutto questo è perfettamente in linea con la volontà del potere di mantenere sotto controllo le masse, in quanto se queste sono indebitate, è molto più facile mantenerle sotto controllo e privarle della libertà di scelta prima, e di pensiero dopo.
E allora, se vogliamo conservare la nostra libertà dobbiamo analizzare molto attentamente cosa significa manipolare, chi manipola, perché lo fa e che mezzi utilizza per farlo e soprattutto domandarsi, in ogni messaggio accattivante, dove si nasconde l’inganno che, quasi sempre esiste.

Ricordiamo sempre che manipolare è trattare una persona,o gruppi di persone, come se fossero un oggetto, al fine di dominarli facilmente per i propri fini. Questa è la tecnica dello svilimento personale, che impedisce alle persone di unirsi per resistere.
Manipola colui che vuole vincerci senza convincerci, o chi tenta  di farci accettare ciò che vuole offrire, senza darci valide motivazioni per fare questo. In questo modo non si rispetta la nostra intelligenza e la nostra libertà, anzi si cerca di catturarla per favorire altri propositi.


Un’ automobile presentata in televisione acquista prestigio non perché migliore delle altre, ma perché viene affiancata da una donna bellissima, che non dice una parola, ma  in questo modo la figura femminile e le immagini attraenti, avvolte da frasi piene di allusioni ormonali,fanno sì che la scatola di latta rappresentata dal veicolo, acquisisca una luce di prestigio.Si sa benissimo che non venderanno l’auto insieme alla giovane donna, ma facendo leva sul desiderio di sensazioni gratificanti, si cerca di forzare la volontà verso un acquisto irriflessivo perché sei considerato un mero cliente, incapace d’intendere e di volere.

La pubblicità, in questo modo, non è più un utile mezzo informativo per risolvere problemi, ma  per promuove un atteggiamento consumistico, dando l’illusione che l’uso di un determinato prodotto è segno di un’elevata posizione sociale e di progresso, e il tuo giusto desiderio di miglioramento sociale si trasforma in una cosa non realizzabile, perché è una semplice finzione.
E’ esattamente la stessa tecnica usata dalle ideologie politiche che producono idee sclerotizzate, che non suscitano adesione per mancanza di condivisione e di forza persuasiva,  ma che riescono a convincere solo perché presentate come delle favole travestite di realtà.


Il 26 gennaio 1994, una televisione nazionale trasmise una videocassetta della discesa in campo di un individuo che, astutamente, si presentò non come un candidato esordiente, ma come un capo avente la forza di guidare una nazione. Ma importante non era l’individuo, ma la scenografia che lo accompagnava, alle spalle una libreria finta, tra le mani fogli bianchi di un discorso facendo finta di conoscerlo a memoria, mentre invece  lo leggeva su un rullo mobile, la cinepresa con un filtro colore per rendere la scena più calda, la scrivania con gli argenti lucidati, le foto dei familiari stranamente girate verso la cinepresa, per dare una falsa impressione rassicurante di padre di famiglia. E poi un discorso caramelloso fino alla nausea, per offrire ovvietà indiscutibili, un’Italia prospera e serena, moderna, efficiente, un appello a lavorare per i figli (argomento incontestabile e redditizio), insomma una perfetta televendita di un sogno al quale molti italiani giustamente hanno creduto in buona fede per mancanza di alternative, ma anche perché di tutte le cose promesse nulla si era precisato di come e quando farle realmente.

Un esempio luminoso e perfetto di astuzia consumistica che riuscì a vendere il prodotto che non solo poi si rivelò inutile, ma che oggi tutti sanno quanto fosse velenoso.
Abbiamo dunque vissuto  come  un gruppo sociale sia capace di assumere e d’imporre un suo  programma in modo risoluto, e potendolo fare in due modi o con la violenza o con l’astuzia,  usando individui che sono astuti  professionisti della strategia, ha scelto la seconda via. 
E così la manipolazione commerciale vuole convertirci in clienti con il semplice obiettivo di farci acquistare determinati prodotti, mentre la manipolazione ideologica tenta invece di modellare lo spirito delle persone, al fine di acquisire dominio su di esse in modo rapido, schiacciante, massiccio e facile. Le due cose sono assolutamente identiche perché entrambe trasformano una comunità in una massa docile, uniforme, redditizia.


Anche questa è una minaccia alla sovranità individuale, perché si perde la capacità creativa, si perdono i vincoli affettivi, e la massificazione riduce tutti ad un insieme amorfo d’individui.
In questo modo la massa è facilmente dominabile per privarla della propria creatività, della propria capacità di raziocinio, di critica, d’indagine, di dubbio continuo.
Siamo ogni giorno testimoni dei progressi nelle varie tecnologie che permettono la produzione di beni di sempre migliore qualità, durata, sicurezza e costi, ma sembra che tutto questo non sia applicabile a coloro che devono promuovere il consumismo.


E’ evidente che un prodotto migliore, non solo fornisce prestazioni superiori ma dovrebbe avere una durata di vita maggiore. E tutto questo andrebbe a vantaggio dei costi per due ragioni, la prima perché le nuove tecnologie permetterebbero riduzione del costo iniziale, la seconda perché il prodotto avendo una vita maggiore non costringerebbe ad essere sostituito frequentemente e quindi il costo iniziale d’investimento si spalmerebbe su tempi più lunghi. Tutto questo è incontestabile, ma diventa un grave difetto ed è contestato da chi vuol fare quattrini lanciando la moda del consumismo. E allora con ogni astuzia si tenta di svalutare l’immagine di ciò  che si è prodotto ieri, per convincere tutti a comperare il prodotto di domani, non importa se ciò che si è comperato sia ancora perfettamente in grado di assolvere la sua funzione. Le parole magiche che dovrebbero convincere tutti sarebbero: “non è più di moda”, “è obsoleto”, “deve essere rottamato”

Altre trovate simili sono, aggiungere ad un prodotto funzioni che raramente siano indispensabili, e alle quali quasi sempre nessuno aveva mai pensato e desiderato ,e farle diventare talmente fondamentali  da annullare l’utilità del prodotto precedentemente acquistato.
Ma non basta perché sembra sia molto efficace come strumento di convincimento la cosiddetta “firma sul prodotto”. Un oggetto eguale ad un altro, solo perché firmato, è migliore, e allora la firma si pone su tutto e… volete forse mettere in dubbio il piacere di usare la carta igienica firmata ?
Ma tutti questi discutibili tentativi di vendita operano più agendo sulla debolezza psichica del  cliente che non sulla efficienza del prodotto e, sebbene abbiano discreto successo, non bastano a soddisfare l’avidità di guadagno del venditore,anche perché in maggioranza la gente non è composta di persone psicolabili, e allora occorre che anche la gente sana, cada nella trappola.


Tutto questo si può realizzare in molti modi, sfruttando al massimo il limite di garanzia obbligatorio di ogni prodotto di uno o due anni. Basta costruire il prodotto in modo tale che duri solo un giorno di più della sua garanzia. Tutto questo è possibile perché ad esempio ogni componente elettronico prodotto, statisticamente è costituito di pezzi di prima, seconda e terza scelta. E’ noto che i componenti di prima scelta vengono usati (e pagati) per prodotti militari, la seconda scelta per i prodotti scientifici e la terza per il pubblico di massa. E quindi il gioco è fatto.
Inoltre, se il prodotto successivamente si guasta ,occorre fare in modo che non sia riparabile se non a costi talmente alti da consigliare di prenderne un altro. Tutto questo significa produrre prodotti scadenti “a tempo” e quindi sfruttare i benefici dei progressi tecnologici alla rovescia.
Nel mercato internazionale sono stati citati casi plateali di vendita di prodotti scadenti dal campo alimentare, a quello dell’abbigliamento e quello dell’ elettronica.
La catena dei magazzini WAL MART ha venduto carne di maiale biologica, che non era tale. La casa produttrice delle scarpe NIKE ha ammesso di aver venduto scarpe scadenti. Sono stati venduti pesticidi usati sulle verdure proibiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.


Ma anche in Italia nell’ambito alimentare non siamo secondi a nessuno. La sfrenata corsa al consumismo tocca ad esempio anche il settore del latte, creando non poche perplessità.
Ad esempio per quanto riguarda il latte UHT è difficilmente spiegabile la diversità di prezzo che varia da 0,49 cent./litro a 2 euro litro, cioè ben quattro volte.
Questo prezzo, quando è molto basso viene usato come prodotto “civetta” nelle campagne promozionali, quando è troppo alto si giustifica dal fatto che il prodotto arriva da paesi sconosciuti molto lontani e per questo include il costo dei numerosi trattamenti termici ad alte temperature per consentire il trasporto e mantenimento in stock fin da noi. E questo avviene all’insaputa del consumatore perché l’obbligo d’indicare in etichetta l’origine del latte è previsto solo per il latte fresco e non per il latte UHT.


Quindi non conoscendo la provenienza questo latte può essere non solo venduto sottocosto dalle imprese estere, ma anche manipolato in vari modi, ad esempio può essere aggiunto latte in polvere e addirittura anche quello destinato agli animali e anche avariato, e trattandolo poi con ammoniaca, sale, panna e altre sostanze, come è stato accertato dalle forze dell’ordine per alcune imprese del mantovano, per ottenere un latte UHT a basso costo.
Inoltre corre voce, ma tutto questo deve essere ancora dimostrato, e sarebbe bene che qualcuno lo facesse in modo credibile, che sul latte ancora da distribuire, ma secondo legge scaduto a causa del tempo trascorso, il produttore può effettuare un nuovo il processo di pastorizzazione a 190 gradi e metterlo sul mercato. E questo processo, può essere effettuato fino a 5 volte. Qui si parla non di latte già messo in vendita, ma da distribuire e quindi prima del consumo.


Sembra che il produttore sia solo obbligato a indicare sulla confezione quante volte è stato effettuato il processo, e in effetti lo indica, ma in modo molto particolare e “riservato”, nel senso che sotto la confezione del tetrapak vi sono dei numerini cioè 12345, il numero che manca indica quante volte il latte è scaduto ed è stato ribollito. Ad esempio se leggete 1, 2 ,  , 4, 5  e manca il tre vuol dire che quel latte che bevete è scaduto e ribollito 3 volte.
Alcuni produttori non solo sostengono che non lo fanno, ma che i numerini indicano cose diverse, cioè una procedura di confezionamento, che tuttavia non si capisce a chi questa indicazione possa essere utile, per quale fine, e perché non è resa chiaramente nota a tutti per evitare legittimi dubbi, anche perché una tale indicazione se collocata su prodotti destinati al pubblico, non solo non può essere una indicazione interna per l’azienda, ma dovrebbe essere un messaggio chiaro proprio per il pubblico che acquista la confezione. Dunque non sarebbe male evitare dubbi con la chiarezza e spiegando il significato di questo strano messaggio a disposizione del pubblico.


Del resto i controlli di routine non vanno oltre l'analisi per accertare se il latte sia stato allungato o meno con l'acqua, quindi nessuna possibilità per rilevare trattamenti strani o peggio l'utilizzo di sostanze poco ortodosse.  Ci hanno spiegato che il latte "rigenerato", manco fosse olio per le automobili, non causa particolari problemi se bevuto in modica quantità, e se la quantità non fosse modica provocherebbe al massimo un mal di pancia. Sarà anche vero, ma non credo che nessuno ambisca avere mal di pancia pagati di tasca sua e  tuttavia  sempre più spesso si sente parlare di "intolleranze alimentari", e il dubbio è che anche questo latte faccia la sua parte.

Nei prodotti elettronici sono usate schede di terza scelta, l’assemblaggio dei pezzi è spesso suggellato in modo che non si possa aprire perché mancano le viti e i bulloni necessari.
I nuovi prodotti hardware e software si tenta in tutti modi di renderli incompatibili con i precedenti, anche dello stesso fornitore, usando connessioni non standard, inserendo la necessità di convertitori, offrendo funzioni aggiuntive inutili che servono per aumentare la complessità del prodotto e quindi con maggiore probabilità di guasto.
I manuali d’istruzione per l’uso sono carenti, poco chiari, volutamente complessi.


Alcuni prodotti venduti per perdere il peso corporeo, si è verificato anche recentemente a Roma, potevano contenere sostanze stupefacenti illegali ,o anche lassativi, diuretici che possono condurre ad una malnutrizione, una mutazione delle cellule con aumento di probabilità di presenza di cellule cancerogene, mentre più semplicemente l’uso di prodotti vegetali naturali avrebbero potuto produrre il medesimo effetto senza rischi.
Non parliamo poi della decantata assistenza ai clienti, che si rivela spesso un’ autentica bugia. Alcune case che producono televisori  invitano i clienti, in caso di guasto, di rivolgersi a centri di assistenza locali che, dopo settimane di attesa, spesso non restituiscono l’apparecchio riparato. Se ci si rivolge ad un  numero verde, nessuno risponde, stessa cosa se si manda una e-mail sia alle sedi nazionali che internazionali, e il tutto serve a scoraggiare il cliente che per non affrontare lunghe e costose spese legali è costretto a rinunciare e comperare un altro prodotto.


Altra astuzia è quella di rilasciare scontrini dei registratori di cassa scritti su carta chimica, così la scrittura dopo poco scompare completamente, e con essa il termine di garanzia..
Ma la tecnica più odiosa del consumismo è applicata dalla miriade di organizzazioni che quotidianamente,sollecitando i nostri buoni sentimenti, cercano di raccogliere fondi per gli scopi benefici più disparati, ma facendo in modo che nessuno possa poi facilmente verificare di fatto i risultati. Anche perché la maggior parte dei fondi va a beneficio proprio di chi li promuove.


Uno dei casi più recenti e sconcertanti è stato ad esempio quello di Amnesty International che ha erogato una buonuscita di mezzo milione di sterline (circa 600 mila euro) alla segretaria generale di questa organizzazione (Irene Khan) come riportato dal Daily Mail, che si è fatta pagare per gli otto anni passati a dirigere l’organizzazione 132 mila sterline anno, con il patto che la liquidazione sarebbe stata quattro volte tanto. Ma non basta perché anche la sua vice, Kate Gilmore, ha incassato la bellezza di 300 mila sterline (360 mila euro) quando ha lasciato l’organizzazione nel 2009.
Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i circa tre milioni di sostenitori  che versano denaro nelle casse di Amnesty, astutamente convinti che il loro denaro serva per difendere i diritti umani nel mondo.
Ecco dunque la prova che usando le astuzie consumistiche in qualunque campo, i risultati benefici non vanno mai a vantaggio della gente, ma di individui che sapendole usare bene, catturano per sé tutti i benefici possibili, e tutto alla faccia nostra!


Preso da: www.disinformazione.it

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Creato il virus che può uccidere la metà della popolazione mondiale

12/5/2011

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__Cristina Marrone, tratto da “Il Corriere della Sera” 29 novembre 2011
Polemiche infuocate nel mondo scientifico sulla pubblicazione dello studio. «Arma chimica». «No, aiuta a prepararsi alla pandemia» MILANO - I ricercatori dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno prodotto una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1 in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando, così, una pandemia. Gli scienziati, guidati dal virologo Ron Fouchier, hanno scoperto che bastano cinque modificazioni genetiche per trasformare il virus dell'influenza aviaria (che finora ha ucciso 500 persone nel mondo) in un agente patogeno altamente contagioso che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale. La sua elevata capacità di diffusione è stata dimostrata in esperimenti condotti sui furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello dell'uomo.

LE RICERCHE - Le ricerche di Fouchier fanno parte di un più ampio programma mirato a una maggiore comprensione dei meccanismi di funzionamento del virus H5N1. È stato lo stesso virologo ad ammettere che la variante geneticamente modificata è uno dei virus più pericolosi che siano mai stati prodotti. Un altro gruppo di virologi dell'Università del Wisconsin in collaborazione con l'Università di Tokyo è arrivato a un risultato simile a quello di Fouchier.

LE POLEMICHE SULLA PUBBLICAZIONE - Ora il dibattito è se pubblicare o no la ricerca. Molti scienziati sono infatti preoccupati dalla possibilità che, in mani sbagliate, il virus potrebbe trasformarsi in un'arma biologica. Negli Stati Uniti le polemiche sono roventi. Thomas Inglesby, scienziato esperto di bioterrorismo e direttore del Centro per la Biosicurezza dell’Università di Pittsburgh è categorico. «È solo una cattiva idea quella di trasformare un virus letale in un virus letale e altamente contagioso. È’ un’altra cattiva idea quella di pubblicare i risultati delle ricerche che altri potrebbero copiare». Critico anche Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University in New Jersey: «Questo lavoro non andava fatto». Pubblicare lo studio però, come sostiene lo stesso Fouchier, aiuterebbe la comunità scientifica a prepararsi a una pandemia di H5N1. Sulla stessa linea d'onda l'italiano Fabrizio Pregliasco, virologo all'Università di Milano: «Non pubblicare lascerebbe i ricercatori al buio su come rispondere a un focolaio. Lo scambio di conoscenze è fondamentale per prevedere la reale gravità di una pandemia. L'aviaria era sì una "bestia" nuova, ma non apocalittica. Con un maggiore scambio di conoscenze la diffusione di informazioni sarebbe stata più precisa e meno allarmistica».

Preso da: www.disinformazione.it
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COMMERCIO DI OPPIO IN AFGHANISTAN GESTITO DAI MILITARI AMERICANI

12/5/2011

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L’Afghanistan è il più grande produttore e esportatore di oppio nel mondo di oggi, coltivando il 92 per cento del mercato dell’oppio mondiale. Ma ciò che può scuotere molti è il fatto che l’esercito statunitense ha avuto specificamente il compito di sorvegliare i campi di papavero afgani, da cui deriva l’oppio, al fine di proteggere questo settore multimiliardario che arricchisce Wall Street, la CIA, MI6, e vari altri gruppi che traggono grande profitto da questo traffico illecito di droga. Prima dei tragici eventi dell’11 settembre 2001, l’Afghanistan non era certo un giocatore in crescita nel mondo del papavero, che viene utilizzato per produrre sia eroina illegale che morfina di classe farmaceutica. In realtà, i talebani erano stati attivi nel distruggere i campi di papaveri come parte di uno sforzo per liberare il paese da questa pianta nociva, come è stato riportato dal Pittsburgh Post-Gazette il 16 febbraio 2001, in un pezzo intitolato “la produzione di oppio nazione praticamente spazzata via”. Ma dopo l’11 settembre, il complesso militare-industriale statunitense invase rapidamente l’Afghanistan e cominciò a facilitare la reintegrazione del settore del papavero nel paese. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per il controllo della droga (UNDCP), la coltivazione di oppio è aumentato del 657 per cento nel 2002 dopo che le forze armate Usa hanno invaso il paese sotto la direzione dell’allora presidente George W. Bush (http://www.infowars.com/fox -news-ma …). Più di recente,The New York Times(NYT) ha riferito che il fratello dell’attuale presidente afghano Hamid Karzai era stato effettivamente sul libro paga della CIA per almeno otto anni prima di queste informazioni diventassero pubbliche nel 2009. Ahmed Wali Karzai è stato un giocatore fondamentale per ripristinare il traffico di droga nel paese, noto come Golden Crescent, e la CIA ne ha finanziato il tentativo dietro le quinte (http://www.infowars.com/ny-times-af …). “Il commercio della droga Golden Crescent, lanciato dalla CIA nei primi anni 1980, continua ad essere protetto dai servizi segreti americani, in collegamento con le forze di occupazione NATO e le forze armate britanniche“, ha scritto il Prof. Michel Chossudovsky in un rapporto del 2007, prima che fosse rivelato che Ahmed Wali Karzai era stato sul libro paga della CIA. “Il ricavato di questo lucroso contrabbando di miliardi di dollari sono depositati nelle banche occidentali. Quasi la totalità dei ricavi derivano per gli interessi aziendali e organizzazioni criminali fuori dell’Afghanistan” (http://www.thirdworldtraveler.com/A …). Ma i mezzi di comunicazione mainstream diffondono una storia diversa al pubblico americano. FOX News, per esempio, ha mandato in onda un pezzo di propaganda nel sostenere che il personale militare si trovano a dover proteggere i campi di papavero afgano, piuttosto che distruggerli, al fine di mantenere la gente del posto felice e per evitare un potenziale “rischio sicurezza” nel 2010. Così, mentre decine di migliaia di americani continuano a essere feriti o uccisi ogni anno da overdose da farmaci provenienti da questo commercio illegale di oppio, e mentre la coltivazione di piante innocue come la marijuana e la canapa rimane illegale negli Stati Uniti, l’America militare resta attivamente a guardia dei campi di papavero in Afghanistan che alimentano il commercio globale della droga. C’è qualcosa di terribilmente sbagliato in questo quadro. traduzione: Daniele L – AltraNews
leggi anche: http://altranews.blogspot.com/2011/04/Iran: Usa e israele assistono spacciatori di droga
Fonti per questo articolo :http://www.youtube.com/watch?v=aj-b … http://www.InfoWars.com Il Mio Canale YouTube: http://www.youtube.com/channel_editor?action_editor=1&editor_tab=branding


Tratto da: Informare per Resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
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Perchè vogliono imporci la Moneta Elettronica?

12/3/2011

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_Tutti i Governi degli ultimi anni, da Prodi a Berlusconi fino all’attuale Monti, hanno sempre proposto la graduale scomparsa del denaro contante (con costi aggiuntivi per chi preleva o versa liquidità sul conto), sostituito dalla moneta elettronica: pagamenti con carte di credito, bonifici, assegni, tutto tranne il denaro contante. La soglia dei pagamenti cash è scesa negli ultimi tempi dai 12.500€ a 5.000€ e, successivamente, all’attuale livello dei 2.500€. Adesso il governo tecnico di Monti (N.B.: eletto dalle banche, ma non eletto democraticamente da alcun cittadino) ha proposto una nuova soglia ai pagamenti in contanti, intorno ai 350-500€. Monti il 17/11/2011 ha dichiarato in Parlamento: “Occorre ulteriormente abbassare la soglia per l’uso del contante, favorire un maggior uso della moneta elettronica“. Perchè tutto questo? Il governo afferma che si tratti di una soluzione utile alla lotta dell’evasione fiscale, in quanto tutte le transazioni vengono registrate e si può meglio controllare tutti i pagamenti che avvengono tra clienti, fornitori, consumatori. FALSO per la seguente ragione: il grosso dell’evasione fiscale (cosiddetti 40 miliardi di sommerso di cui parla l’A.B.I.) non riguarda le piccole-medie imprese che hanno un giro di affari modesto, bensì le grandi corporations, proprio quelle S.p.A. che nascondono al fisco milioni e milioni di euro, attraverso transazioni segrete in qualche conto bancario o hedge fund con sede nei paradisi fiscali. Il vero evasore non è il fruttivendolo sotto casa, ma i manager che risiedono nei CdA delle multinazionali e gli speculatori finanziari che spostano gli utili all’estero in posti come Panama, Cayman, Jersey, etc.. Le vere ragioni insite in questa proposta sulla moneta elettronica sono due: 1) stampare denaro per le banche COSTA: la sua gestione (stampa, trasporto, distribuzione) in Europa costa 50 miliardi di euro l’anno, 10 di questi spesi dall’Italia. In Europa sono in circolazione oltre 14 miliardi e 418 milioni di banconote per un valore di 857 miliardi di euro. Se si eliminasse il denaro cartaceo le banche eliminerebbero quindi anche il valore intrinseco delle banconote (ossia il costo necessario a produrle, intorno i 0,30€ a banconota stampata), giovando unicamente dell’addebito delle stesse al valore nominale. Precisazione: sono le banche ad emettere\stampare le banconote; lo Stato può emettere solo monete metalliche attraverso la cosiddetta Zecca di Stato.
Tratto da: Perchè vogliono imporci la Moneta Elettronica? | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/12/03/perche-vogliono-imporci-la-moneta-elettronica/#ixzz1fVTGDEmJ
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

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(quantità delle banconote in circolazione ad Ottobre 2011 – fonte B.C.E.) 2) controllare la vita dei consumatori, capire i loro gusti, i loro movimenti sul territorio, le loro scelte, attraverso la registrazione di tutti i loro acquisti. Senza dubbio un bel vantaggio per le società che fanno ricerca di marketing e possono tempestare i consumatori di “consigli per gli acquisti” realizzati su misura delle loro prede. Di questo passo si arriverà all’eliminazione totale del denaro contante e andremo in giro acquistando beni\servizi solo con carte di credito e su di esse ogni movimentazione dovrà essere certificata. Ricordo che la moneta è uno strumento atto a facilitare gli scambi commerciali, non ad ostacolarli. Ravviso quindi, oltre ad un’operazione che è a tutto vantaggio del sistema bancario (eliminazione dei costi di emissione della moneta) ed in cui è racchiuso uno strumento di controllo di massa (registrazione di tutte le transazioni), anche un grave ostacolo al benessere dell’individuo. Nel momento in cui il sig.Rossi perderà il lavoro, non potrà rifinanziare la sua carta di credito\conto bancario e di conseguenza non potrà effettuare gli acquisti necessari per la sua vita, poichè il macellaio, il salumiere, il supermarket sotto casa, il benzinaio, saranno obbligati per legge a non accettare più pagamenti in contanti. Quali alternative avrà il sig.Rossi? Chiedere magari un prestito a banche\finanziarie, fino ad ipotecare i suoi beni reali, unicamente per poter sopravvivere? La moneta elettronica, che adesso spacciano come soluzione all’evasione fiscale, se attuata al 100% non sarà altro che l’ennessima vittoria dell’oligarchia bancaria sui cittadini.
Salvatore Tamburro
Fonte: Salvatore Tamburro
Tratto da: Informare per Resistere  - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
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