Lo psicoreato non comporta la morte: lo psicoreato è la morte.
[ George Orwell, 1984]
Per chi non conoscesse il romanzo 1984 di Orwell, per psicoreato si intende l'elaborazione da parte di un cittadino, anche solo a livello interno alla propria mente, di pensieri o parole contrastanti le teorie del Grande Fratello (il dittatore che tiene costantemente sotto controllo ciascun individuo). Per commettere uno psicoreato, quindi, è sufficiente un pensiero non allineato al volere di chi governa, di chi guida la società e di chi decide cosa sia giusto pensare o credere. All'interno del romanzo vi è un apposito reparto di polizia che punisce ogni forma di psicoreato: la Psicopolizia. Si può essere scoperti direttamente da un agente della Psicopolizia in borghese o addirittura si può essere traditi da amici, colleghi, parenti.
Ma cosa c'entra il reato inventato da Orwell con il social network facebook?
Attenti a ciò che rispondete alla domanda di facebook, poichè potreste commettere uno psicoreato. E voi, scrivendolo sul vostro profilo, potreste essere scoperti dalla psicopolizia in borghese.
Se non mi credete vi faccio un esempio: la "dichiarazione antisemita" da parte dell'assessore comunale di Reggio Calabria. Vi riporto lo stato di facebook incriminato:
"Svegliaaaaa…Abbiamo pagato Benigni per fargli fare l'ennesima filippica contro Berlusconi e la lode della merda! Comunista ebreo miliardario e senza contenuti!"
Si capisce che all'assessore non stia simpatico Benigni ma in questo non c'è nulla di male; non mi pare che esista una legge che tuteli i comici/registi/showman dalle antipatie.
Non credo neppure che "comunista" sia un'offesa (nonostante Berlusconi la utilizzi come tale), "miliardario" non è assolutamente un'etichetta offensiva e poi c'è "ebreo". Che io sappia gli ebrei sono un popolo. Io non mi offenderei se qualcuno mi chiamasse ebreo, sia se non lo fossi (è come se qualcuno mi dicesse "tedesco!" o "nigeriano!"; perché dovrei offendermi?), sia, e a maggior ragione, se lo fossi ("sì, sono un ebreo e tu sei un calabrese" gli risponderei).
Che poi l'assessore creda che Benigni sia senza contenuti... Beh, questo è più o meno condivisibile ma spero che si sia ancora liberi di avere dei pareri personali sui personaggi pubblici... O no?
Invece dopo lo stato dell'assessore si è scatenato il putiferio.
Il primo a denunciare lo psicoreato è uno dell'opposizione, tale Ivan Tripodi segretario del Pdci di Reggio Calabria che afferma:
"L’amministrazione comunale è in mano a squallidi personaggi razzisti e nazi-fascisti."Poi è il turno di Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane:
"Le parole utilizzate nel suo attacco sono infatti permeate di un antiebraismo disgustoso che attinge a piene mani dalla peggior retorica nazista e fascista e che non lascia spazio ad alcun dubbio o possibile interpretazione sul suo pensiero a riguardo."
Infine è la volta di Alessandro Ruben, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente onorario dell'Anti-Defamation League:
"Non posso tacere di fronte a un attacco gratuito nei confronti di un grande artista italiano, qual è Roberto Benigni, mio personale amico e amico dell’Anti Defamation League di cui sono presidente onorario."
Io trovo molto più offensive le parole di questi ultimi personaggi! ...e se cercate in rete ve ne sono anche di peggiori. Pensate che sono state chieste pure le dimissioni dell'assessore che poi ha dichiarato, riferendosi a Benigni:
"Volevo dire che è una persona molto ricca che prende in giro il pubblico. Non mi sembra giusto che l’operato di un assessore deve essere giudicato dalle cazzate che scrive su facebook"
Invece si sbaglia, caro assessore, siamo nel tempo dello psicoreato quindi i suoi pensieri non li confidi a facebook, se li tenga per se, anzi: cerchi proprio di non avere pensieri diversi da quelli consentiti alla massa che fra un po' le leggeranno il pensiero esattamente come in 1984!
PS: Interessante sapere che Benigni è "amico" dell'Anti-Defamation League... Soprattutto per chi sa che l'ADL è un ramo del B'nai B'rith (setta massonica giudea dei talmudisti che presentano Cristo come un demonio ed i "non ebrei" come bestie).
[Laura Caselli e Daniele Di Luciano]