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Uscire dall'euro come alternativa: il caso dell'Argentina

1/28/2012

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_Vicenç Navarro - Tradotto da  Alba Canelli
Tratto da www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=6629
Una teoria che è stata promossa da importanti ambienti finanziari, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), è quella sviluppata da due dei suoi economisti, Ken Rogoff e Carmen Reinhart, sorprendentemente definiti in un recente articolo come "nuovi guru dell' economia", i quali sostengono che le recessioni causate da crisi finanziarie devono essere risolte lentamente dopo molti anni di ripresa lenta e dolorosa. Nei loro scritti, questi autori sottolineano i termini lenta e dolorosa. La promozione di questa teoria da parte del FMI e la sua accettazione nei mezzi di comunicazione finanziari ed economici neoliberali, si spiega nel fatto che, discolpa le politiche pubbliche responsabili dello scarso recupero delle economie europee e, più in particolare, quelle dei paesi sprezzantemente definiti come PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), suini in inglese.

Il problema di questa teoria è che facilmente si è dimostrata essere sbagliata. Cioè, ci sono prove per invalidano la sua tesi. Prendiamo, per esempio, quello che è successo in Argentina. Questo paese ha avuto un'enorme crisi finanziaria, dovuta in parte al fatto che il valore della sua valuta era fissato in euro (scusate, volevo dire in dollaro USA). Questa parità l'aveva portata ad avere un debito di 95.000 milioni di dollari. Era il discepolo prediletto del Fondo Monetario Internazionale, applicando le ricette di tale istituzione e raggiungendo un livello di debito impossibile da sostenere.

Quindi, contro il volere del FMI e con grande ostilità da parte di questa istituzione, alla fine del 2001, il governo argentino ha deciso di abbandonare l'ancoraggio al dollaro e non pagare il debito al prezzo fissato dal FMI. Il sistema finanziario argentino è crollato e tutte le profezie predicevano che l'Argentina sarebbe entrata in recessione - a livelli di depressione - per molti, molti anni. Fin qui la teoria di Rogoff e Reinhart.

I dati, tuttavia, mostrano l'errore di quegli autori. E' vero che l'economia argentina diminuì nella prima metà dell'anno. Ma recuperò ben presto, e in tre anni il livello di attività economica e la crescita erano già identiche a quelle del periodo pre-recessione. Parte della soluzione fu quella di recuperare la propria moneta e una propria autonomia fiscale, garantita dalla propria Banca Centrale. Inoltre, non pagò il debito pubblico ai livelli richiesti, svalutandolo notevolmente. Tutto questo gli ha permesso di recuperare rapidamente, raggiungendo uno dei livelli di crescita economica più accentuati in America Latina, il doppio del Brasile, per esempio.

Questa crescita ha avuto un impatto attraverso politiche pubbliche redistributive, per migliorare il benessere delle masse popolari. La povertà e la povertà estrema sono state ridotte di due terzi dal 2002. La spesa pubblica sociale è triplicata nel periodo 2002-2010. E nel 2009, sviluppò un programma di trasferimenti pubblici all'infanzia, che ha riguardato 3,5 milioni di bambini, diventando il programma di riduzione della povertà infantile più ambizioso dell'America Latina. La disuguaglianza è diminuita. Nel 2001 i super-ricchi (il 5% del reddito superiore) avevano un reddito 32 volte quello dei poveri (il 5% di reddito inferiore). Nel 2010 era 17 volte.

E' vero che l'inflazione era troppo elevata, anche per gli standard dell'America Latina. Un 20-25% all'anno. Bene, ora se i salari aumentano più dell'inflazione (come sta avvenendo) e la protezione sociale, continua a ridurre le disuguaglianze, l'impatto di tale inflazione è meno dannoso di quello che sembra. Inoltre, quest'inflazione può e deve essere abbassata, ma non può essere usata per negare le grandi conquiste dell'Argentina, il che spiega l'ampio sostegno popolare al proprio governo, ampiamente rieletto alle ultime elezioni (The Argentina Success Story and its implication. Center for Economic and Policy Research. 2011)

Per valutare l'esperienza argentina dovrebbe essere confrontata con ciò che sarebbe successo se non avesse cambiato le sue politiche. Come previsto da Reinhart e Rogoff, sarebbe stata per lungo tempo (dieci o quindici anni) in una ripresa lenta e dolorosa. Invece, ha recuperato ed è cresciuta rapidamente, distribuendo in modo più uniforme la ricchezza prodotta in questi anni.
La Spagna non è l'Argentina. Ma è importante studiare la possibile rilevanza di quell'esperienza per la Spagna. Lasciare l'euro non sarebbe la mia prima proposta per uscire dalla crisi. Penso che sia meglio iniziare a trasformare l'architettura dell'Unione Europea e dell'Eurozona con la costituzione di una Banca Centrale (la Banca Centrale Europea non è una banca centrale, per paradossale che sembra: in realtà è una lobby della banca), un Dipartimento Tesoro ed altre misure, tra cui la democratizzazione delle istituzioni dell'Unione Europea volta a costruire gli Stati Uniti d'Europa. Ma temo che il dominio neoliberista della struttura del governo dell'Eurozona e dell'Unione Europea impedisce questo sviluppo, in questo caso la situazione insostenibile attuale si perpetuerà (che è ciò che vuole il capitale finanziario).


Rivolta in Ungheria contro l'Unione Europea il 14 gennaio 2012
Così, tutte le alternative devono essere considerate, compresa l'uscita della Spagna (e di Grecia, Portogallo, Irlanda e anche dell'Italia, se lo si desidera) dall'euro. La sua permanenza nell'euro, senza fare riforme mirate, significherà la Grande Depressione per milioni di cittadini di questi paesi. Inoltre, la discussione di questa possibilità - di uscire dall'euro - faciliterebbe la mano della Spagna nei negoziati con il governo Merkel e Sarkozy, dal momento che questa uscita è l'ultima cosa che vogliono tali governi, giacchè significherebbe il crollo delle loro banche. Da ciò deriva l'urgenza di avviare il dibattito sull'uscita dall'euro della Spagna, dal momento che l'assenza di questo dibattito sta impoverendo il nostro paese.

Per concessione di Vicenç Navarro
Fonte: http://www.vnavarro.org/wp-content/uploads/2012/01/salirse-del-euro-como-alternativa.pdf
Data dell'articolo originale: 13/01/2012
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=6629



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Il territorio consegnato alle multinazionali

1/28/2012

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_Guglielmo Ragozzino - tratto da "Manifesto" 19 gennaio 2012

Il decreto sulle liberalizzazioni proposto dal governo contiene un articolo 22 che affida il territorio nazionale ‐ e il mare attorno ‐ alle multinazionali del petrolio e del gas. Esse potranno fare le ricerche che ritengono necessarie e sfruttare i giacimenti ritrovati per un numero di anni indefinito (20+5+5+ ecc.) salvo poi, una volta esaurito il luogo, rimettere ordinatamente tutto a posto. Come dubitarne? È tutto scritto con precisione. 

È perfino adombrata, al punto 8 comma c del suddetto articolo, la necessità di indicare «...l'entità e la destinazione delle compensazioni previste per la fase di ricerca e sviluppo». Insomma è fatto balenare fin da subito un possibile guadagno da parte di proprietari delle aree, enti locali, regioni; anzi l'opportunità di un'equa spartizione, regolata magari da qualche organo dello stato, appositamente delegato. Tutto fatto bene, sia chiaro, come in una banda degna di rispetto. Il massimo per dei veri liberali. I vari lotti, una volta individuati saranno messi a gara "europea". 

Non tutti potranno partecipare, ma solo le imprese dotate di sufficiente credibilità. Una volta partita la gara e superate le specificità che il decreto indica sommariamente, l'attribuzione dovrà avvenire nei successivi otto anni, pena la revoca della concessione. Possiamo immaginare che verso la fine dei primi otto anni il nostro amatissimo territorio nazionale avrà frequenti trivelle e scavi dappertutto; poco tempo dopo ci saranno più buchi per chilometro quadrato che in una fetta di formaggio svizzero. Siccome la malignità è il nostro forte, possiamo anche dare per certo che le multinazionali di qui sopra si spartiranno l'intero Stivale, ma senza pestarsi i piedi. Le gare saranno pro forma, con buona pace di tutti e spesa minore per ciascuno. 

Come è del tutto legittimo, il senatore Monti chiamerà tutto questo liberalizzazione, mentre sarebbe più opportuno parlare di un cartello. Ma i cartelli fanno parte del mercato, o no? L'incombere delle compagnie petrolifere non è nominativo nell'articolo 22 ma piuttosto nel precedente articolo 21, o, meglio ancora, nella relazione che l'accompagna, nella quale si può leggere che se non si introducono minori limiti alla ricerca in mare al largo delle zone di rispetto, il risultato sarebbe una «riduzione degli investimenti in tecnologie e servizi forniti dalle imprese italiane con un crollo dei progetti in corso, stimabile in circa 3‐4 miliardi di euro nei prossimi anni, con abbandono degli investimenti in corso sul territorio italiano da parte delle imprese italiane ed estere operanti nel settore (recente esempio la Exxon)». Siccome non si può scontentare la Exxon e le sue beneamate sorelle, allora si può sacrificare terra e mare, ambiente e paesaggio. Si distrugga pure tutto, si buchi e si sporchi, ma finalmente avremo una vera libertà, da vantare a Bruxelles e a Berlino.


Liberalizzo e trivello tutto
Antonio Sciotto

La bozza del decreto sulle liberalizzazioni ‐ che viene definita al momento «incompleta» dallo stesso governo ‐ è pronta: fissa in 44 articoli il programma della «fase due» di Monti, quella che dovrebbe rilanciare lo sviluppo e la crescita grazie alla rimozione di «privilegi e rendite». Il testo, che dovrebbe arrivare domani sul tavolo del consiglio dei ministri, ieri è circolato sui maggiori siti di informazione: ma nonostante la decisione mostrata dall'esecutivo non possiamo ancora tecnicamente considerarlo chiuso, dato che alcune categorie interessate (vedi tassisti, benzinai, farmacisti) sono nel pieno della protesta. Però contiene già dei punti abbastanza pesanti.

Il primo lo individuiamo all'articolo 22: si vuole facilitare la ricerca di idrocarburi nelle acque territoriali italiane, praticamente ampliando e velocizzando le possibilità di trivellare e di sfruttare i giacimenti petroliferi.

Interessante il riferimento alle agenzie di rating, che il documento definisce proprie fonti ispiratrici: «Si sottolinea ‐ recita il testo ‐ come lo sviluppo delle attività di prospezione e coltivazione di idrocarburi sia tra i parametri oggetto di valutazione da parte delle Agenzie di rating per la stima della solidità economica degli Stati.

A titolo esemplificativo, si rileva che tra le ragioni che hanno indotto, lo scorso 9 settembre, Standard & Poor's ad alzare il rating di Israele ad "A+" da "A", c'è stata proprio la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali». Nel precedente articolo 20, si delibera che vengono destinati «incentivi»ai territori dove vengono individuati i giacimenti. La bozza legifera anche sul tema dei servizi pubblici locali (art. 31), che vengono aperti alla concorrenza e liberalizzati, nonostante l'esito dell'ultimo referendum: non a caso ieri c'è stata una protesta del Forum dell'acqua, visto che si teme se non proprio la privatizzazione del bene in sè, perlomeno quella della gestione. Calda anche la norma che riguarda le ferrovie, già contestata dai sindacati, ma invano: è confermata infatti (art. 42) l'«eliminazione dell'obbligo di applicare i contratti collettivi di settore nel trasporto ferroviario». 

La separazione della rete Rfi da Fs verrà invece decisa dopo una valutazione dell'Authority di settore. Ancora, l'art. 30 prevede l'accelerazione dello smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane: nulla di male, salvo che va ricordata la legge del precedente governo (Berlusconi) per l'individuazione di un sito unico di stoccaggio delle scorie, che ovviamente nessuno vuole nel proprio backyard. L'accelerazione potrebbe portare nuovi scontri locali. Sul fronte del gas, si separerà la rete Snam dall'Eni, con annunciati vantaggi (è l'ipotesi del governo) su gestione e tariffe; le bollette dovrebbero scendere grazie a un nuovo sistema di conteggio dei consumi, più omogeneo a quello in uso in Europa. Ma il nucleo delle liberalizzazioni made in Monti che oggi fa più discutere, soprattutto per la contrarietà «chiassosa» di molte categorie e corporazioni, è quello che riguarda «le sacche di privilegi e rendite di posizione, che il Paese non può più permettersi». 

Il governo promette di fare piazza pulita, «senza distinzioni tra categorie, interessi e settori economici». E afferma che questa operazione sarà un vero e proprio volano per la nostra asfittica economia. Addirittura potrebbe produrre ‐ la relazione cita ricerche di Confindustria e Banca d'Italia ‐ «un incremento del Pil di 11 punti nel lungo periodo: insieme a un +8% per consumi e occupazione, +18% per gli investimenti, +12% per i salari reali». Iniziando dai taxi, la bozza propone che la concessione di nuove licenze sia demandata all'Authority dei trasporti, «sentiti i sindaci» per la contestualizzazione nei diversi territori. Si ipotizzano più licenze per singoli tassisti, anche part time, libertà di fissare le tariffe (da pubblicizzare con trasparenza), orari liberi e la possibilità di cedere temporaneamente la propria licenza a un altro guidatore.

Proposta che i tassisti hanno però già emendato nella propria controfferta: chiedono che il potere di dare le licenze sia in capo ai sindaci. Le farmacie avranno orari liberi. Vengono eliminate le tariffe minime di tutti gli ordini, e il tirocinio si potrà svolgere negli ultimi due anni di università; saranno aggiunti 1500 notai in più entro il 2014. Liberalizzata anche la vendita dei giornali, in negozi e librerie. Benzinai: si potrà aumentare il numero dei self service; i distributori potranno aggregarsi, servirsi presso più gestori, e vendere altri prodotti, alimentari e non. Assicurazioni: l'agente dovrà mostrare almeno 3 prodotti di compagnie concorrenti; chi avrà la «scatola nera» in auto, avrà diritto a sconti sulle tariffe; fino a 5 anni di carcere per i periti truffaldini. Banche: mostrare almeno 2 offerte concorrenti per la polizza vita affiancata al mutuo.

 


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Cancro - le Cure Proibite di Massimo Mazzucco

1/25/2012

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I grandi promotori del CAPITALISMO investirono dalla PRIMA GRANDE RIVOLUZIONE grandi somme per avviare la GRANDE INDUSTRIA FARMACEUTICA e OSPEDALIERA offrendo milioni alle GRANDI SCUOLE DI MEDICINA inserendosi nel DIRETTIVO DEL CONSIGLIO. Fu così che i RIMEDI NATURALI FUNZIONALI furono boicottate per debellare dal nostro corpo il CANCRO MALIGNO con CURE ALTAMENTE TOSSICHE.
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Ecco il CAPITALISMO:

1/18/2012

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_mentre noi CONSUMIAMO e acquistiamo BENI DI CONSUMO nel centro dell'Africa MILIONI DI PERSONE MUOIONO per soddisfare il MERCATO INDUSTRIALIZZATO.
Preschott Bush (padre di George Bush e nonno di Bush Junior) e le famiglie di banchieri più ricche al mondo finanziarono la II GUERRA MONDIALE non facendo distinzione. EspertiFALSE FLAGS agitarono le masse in TOTALITARISMI molto similari tra loro che fecero oltre 130 milioni di morti. Quello Nazista appoggiato dai Sionisti fecero oltre 6 milioni di morti e l'IBM lo beneficio del primo sistema informatico per poter gestire i LAGER DELLA MORTE in maniera tale di velocizzare questa operazione di GENOCIDIO. Quello Comunista con la sua LOTTA DI CLASSE arrivo oltre i 120 milioni di morti compresi i 7 milioni di UCRAINI morti tra il 1943-1944 di fame per essere stati privati del loro grano. Queste manovre hanno fatto si che GRANDI LOGGE MASSONICHE importarono in occidente IL CAPITALISMO col suo CONSUMISMO dando alti profitti alle GRANDI CORPORAZIONI dell'epoca fino alle nostre odierne NIKE, ADIDAS, TIFFANY, GENERAL MOTORS, CITY BANK e le ENORMI CATENE della GRANDE DISTRIBUZIONE.


Dopo aver promesso al mondo intero di non permettere più LAGER e OLOCAUSTI costituendo l'ONU i capitalisti intervengono esclusivamente in guerre esplose per motivi espliciti di ORO NERO, DIAMANTI, EROINA, COCAINA, ORO GIALLO e quant'altro e NON PER SALVARE LA DEMOCRAZIA E L'UGUAGLIANZA.


A DISTANZA DI ANNI NEL CONGO MUOIONO OLTRE 6 MILIONI DI PERSONE mentre noi continuiamo a volere BENI di CONSUMO che provengono gran parte dal sangue del Congo. La voluta situazione nel CONGO porta profitti vastissimi agli imperatori del mercato che così possono governare il mondo.


PERDERE 20 MINUTI PER VEDERE QUESTO DOCUMENTARIO POTREBBE AIUTARVI A CAPIRE MEGLIO IL MOTIVO DELLE CRISI E MANOVRE FINANZIARE CHE LE LOGGE DI BANCHIERI ESERCITANO SU DI NOI E LE ATROCITA' PEGGIORI CHE COMMETTONO NEL RESTO DEL MONDO OCCULTATO PER ARRICCHIRE LA LORO SETE DI POTERE.


Grazie a Diego Enrico
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I comitati per l’acqua: “Le liberalizzazioni di Monti cancelleranno il reeferendum

1/18/2012

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_Secondo i promotori della consultazione di giugno, nel decreto ci sono due articoli che vietano la possibilità della gestione pubblica degli acquedotti e costringono gli enti locali a cedere i loro asset nelle società di gestione dei servizi pubblici locali. Da mercoledì la protesta si accende in tutta Italia
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_Nella lenzuolata di liberalizzazioni del governo Monti ci sono due articoli che ai comitati per l’acqua pubblica proprio non piacciono: i numeri 19 e 20. Norme che, secondo i protagonisti del referendum di giugno, potrebbero mettere in discussione i risultati della consultazione popolare.

Andiamo con ordine: l’articolo 19 rende più incisivo il “pacchetto anti-crisi” varato dal governo Berlusconi il 13 agosto che riproponeva alcuni codici della Legge Fitto-Ronchi abrogati dal referendum. In sostanza la norma obbligherà le amministrazioni comunali a cedere buona parte dei loro asset nelle società di gestione dei servizi pubblici locali.

Ma a far saltare sulla sedia i cittadini convinti che l’acqua sia una risorsa da mantenere in mani pubbliche è l’articolo 20: una norma che se approvata inciderà direttamente sul Tuel, il Testo unico degli enti locali. Come? Eliminando la possibilità di creare enti di diritto pubblico, tipo i consorzi, per la gestione di quei servizi “di rilevanza economica generale”. Una formula che nasconde, dietro il tecnicismo, la possibilità della gestione pubblica degli acquedotti. Con buona pace dei 27 milioni di italiani che il 12 e 13 giugno avevano espresso il loro Sì all’acqua come bene comune.

Già da mercoledì pomeriggio in tutta Italia sono in programma le prime mobilitazioni dei movimenti con flashmob e presidi. Non solo. In molte province è già partita la campagna “Obbedienza civile”, con l’autoriduzione delle bollette idriche, eliminando così nei fatti quel 7 per cento di profitto garantito che è stato rimandato al mittente dal secondo quesito sull’acqua della recente consultazione.

Sulla questione pende poi il ricorso davanti alla Corte costituzionale sul pacchetto di norme volute da Tremonti e Berlusconi, che oggi Monti vorrebbe rafforzare. Il governatore della Puglia Nichi Vendola lo scorso ottobre ha notificato alla Presidenza del consiglio dei ministri un esposto per conflitto di attribuzione, contestando, tra l’altro, l’articolo quattro del provvedimento di ferragosto, che obbliga la cessione ai privati di molti servizi pubblici locali. A breve a la Consulta dovrà pronunciarsi su questo tema, con una decisione che potrebbe inficiare quanto contenuto nel pacchetto del governo.

Nei giorni scorsi il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha lanciato un appello all’esecutivo chiedendo di eliminare gli articoli contestati sulle privatizzazioni e ha raccolto le adesioni di decine di migliaia di cittadini. Tra i primi firmatari hanno aderito Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Vecchioni, Gaetano Azzariti, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Riccardo Petrella, Gino Strada, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Padre Alex Zanotelli.

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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LA GUERRA ECONOMICA TRA USA E IRAN

1/14/2012

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_NEW YORK – Ecco qui un corso accelerato su come mandare a picco l’economia globale. Un emendamento al National Defense Authorization Act firmato dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama nell’ultimo giorno del 2011 – quando nessuno prestava attenzione – impone sanzioni a chiunque (stati o aziende private) acquisti petrolio da Teheran attraverso la banca centrale iraniana. Pena l’esclusione, a partire dall’estate prossima, da ogni rapporto commerciale con gli Stati Uniti.

L’emendamento – a tutti gli effetti una dichiarazione di guerra economica – è un regalino della Commissione per gli Affari Israelo-statunitensi (AIPAC) su commissione del governo israeliano e del suo primo ministro Benjamin “Bibi” Netanyahu.

Si è cercato in mille salse di farlo passare come il “piano B” dell’amministrazione Obama: l’alternativa? Lasciare i guerrafondai israeliani liberi di condurre un attacco unilaterale contro l’Iran e i suoi presunti programmi nucleari.

La verità è che la strategia israeliana era, se possibile, ancor più folle: impedire a qualunque Paese – a eccezione di Cina e India, forse – di acquistare il petrolio iraniano. Per di più, i sionisti americani hanno cercato di convincere tutti che ciò non avrebbe dato luogo a impennate sfrenate dei prezzi nei listini.

Intanto anche i governi dell’Unione Europea, con la loro impareggiabile capacità di tirarsi la zappa sui piedi, si sono messi a discutere se comprare o no il petrolio di Teheran. Il dubbio esistenziale è se smettere da subito o aspettare ancora qualche mese. Il risultato inevitabile, come la morte e le tasse – poteva essere altrimenti? – è stata l’ennesima impennata dei prezzi. Il greggio si aggira attorno ai 114 dollari al barile, e non accenna a diminuire.

Il mio regno per un barile

L’Iran è il secondo maggior produttore dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) con qualcosa come 2,5 milioni di barili di export al giorno. Di questi, circa 450mila finiscono in Europa, il secondo mercato dell’Iran dopo la Cina.

L’anonimo burocrate di turno, il commissario UE per l’energia, Gunther Ottinger, ha vagheggiato che l’Europa potrebbe compensare con il petrolio dell’Arabia Saudita la perdita di forniture iraniane.

Ma qualsiasi analista che si rispetti sa che l’Arabia Saudita non possiede sufficienti riserve extra. Inoltre, dettaglio cruciale, i sauditi hanno tremendamente bisogno di far fruttare il loro prezioso petrolio. Dopotutto, il regime controrivoluzionario di Riyad da qualche parte dovrà prendere i soldi per tenere i suoi sudditi lontani dalle tentazioni di una primavera araba.

Si aggiunga che Teheran minaccia di bloccare lo Stretto di Hormuz, impedendo così a un sesto del petrolio mondiale e al 70% dell’export del’OPEC di raggiungere i mercati. Niente di strano se è già iniziata la corsa dei commercianti di petrolio per mettere in salvo quanto più greggio possibile.

Scordatevi, d’ora in avanti, prezzi accessibili da 50 o anche 75 dollari al barile. I listini raggiungeranno i 120, magari 150 al barile entro la prossima estate, proprio come all’apice della crisi del 2008. L’OPEC, fra l’altro, sta pompando petrolio in uantità mai toccate dalla fine di quell’anno.

Così, quello che è nato come un ordigno improvvisato di fattura israeliana si è trasformato in un bombardamento economico a tappeto, che colpirà intere sezioni dell’economia globale.

Non c’è da stupirsi che il presidente della commissione per la sicurezza nazionale e le politiche estere del parlamento iraniano, Ala’eddin Broujerdi, abbia definito queste sanzioni un “errore strategico” dell’Occidente.

Tradotto: da adesso, il gioco dell’anno 2012 si chiama profonda recessione globale.

Obama lancia il dado

All’inizio Washington ha lasciato trapelare che le sanzioni alla banca centrale iraniana “non erano sul tavolo“. Dopotutto, l’amministrazione Obama sapeva benissimo che si sarebbero tradotte in un’impennata nel prezzo del petrolio e in un biglietto di sola andata per un’ulteriore recessione. Il regime iraniano, del resto, non farebbe che guadagnare di più dalle esportazioni di greggio.

Eppure il combo Bibi-AIPAC non si è fatto problemi a forzare l’emendamento presso i templi del sionismo americano, il Senato e il Congresso degli Stati Uniti, nonostante il Segretario del Tesoro Tim Geithner fosse espressamente contrario.

L’emendamento appena approvato potrebbe non rappresentare le “sanzioni paralizzanti” che il governo israeliano reclama a gran voce. Teheran sentirà la stretta, ma non al punto da non poterla sopportare. Solo quegli irresponsabili del Congresso,– invisi alla stragrande maggioranza degli elettori secondo tutti i sondaggi, potevano pensare di escludere dal mercato 2,5 milioni di barili di greggio al giorno senza conseguenze drastiche per l’economia globale.

L’Asia avrà sempre più bisogno di petrolio. Continuerà a comprarlo dall’Iran. E i prezzi del greggio continueranno a levitare nella stratosfera.

Perché allora Obama ha firmato? Per la sua amministrazione ora è tutta una questione di calcolo elettorale. Quei pazzoidi senza speranze del circo presidenziale repubblicano – con l’ammirevole eccezione di Ron Paul – vanno in giro a vendere la guerra all’Iran come la prima cosa che faranno una volta eletti, e fasce sostanziose dell’elettorato americano sono abbastanza sprovvedute da comprare le loro promesse.

Nessuno che faccia due più due riesce a capire che, al di sopra il tetto dei 120 dollari al barile, qualsiasi possibilità di ripresa per l’economia americana e europea dovrà per forza essere scartata dal mazzo.

Fuori le palle

A eccezione di quel consorzio autolesionista e ormai moribondo che è la NATO, tutti, ma proprio tutti, bypasseranno il proclama israeliano-statunitense di guerra all’Iran:

- la Russia ha già detto che lo eluderà;

- l’India sta comprando petrolio iraniano attraverso la Halk Bank, in Turchia;

- l’Iran ha avviato trattative per incrementare le vendite alla Cina, di cui è il secondo maggior fornitore dopo l’Arabia Saudita. La Cina paga in euro, e presto potrebbe passare allo yuan. Per marzo dell’anno prossimo sarà siglato l’ accordo sui nuovi prezzi;

- il Venezuela gestisce una banca bi-nazionale assieme all’Iran dal 2009: è così che Teheran raccoglie i pagamenti in America Latina;

- anche gli alleati tradizionali degli Stati Uniti si chiamano fuori. La Turchia, che importa dall’Iran circa il 30% del proprio fabbisogno petrolifero, cercherà di ottenere una deroga alle sanzioni per il suo importatore, la Turpas;

- anche la Corea del Sud è in cerca di un’esonero per poter acquistare dall’Iran nel 2012 200.000 barili al giorno, il 10% delle importazioni.

Cina, India e Corea del Sud intrattengono complessi accordi bilaterali con l’Iran (quello con la Cina vale già 30 miliardi l’anno, e verrà incrementato). Nessuno di questi accordi cadrà perché l’asse Washington-Tel Aviv ha deciso così. C’è da aspettarsi piuttosto una fioritura di nuove banche private, nei paesi in via di sviluppo, per la compravendita del petrolio iraniano.

Washington non avrà le palle per imporre sanzioni alle banche cinesi quando queste si metteranno a trattare con l’Iran.

Bisogna semmai ammirare le palle di Teheran. Nonostante la campagna incessante di uccisioni e rapimenti di scienziati iraniani, le incursioni nella provincia del Sistan-Belucistan, i sabotaggi israeliani alle infrastrutture per mezzo di virus e altro, le infrazioni territoriali compiute dai droni statunitensi, il terrorismo mediatico e le minacce non-stop da parte di Israele e dei Repubblicani, 60 miliardi di armi americane vendute all’Arabia Saudita, nonostante tutto questo, l’Iran non vacilla.

Teheran ha appena testato, con successo, i suoi missili cruise, e lo ha fatto proprio nello stretto di Hormuz. Una reazione alle raffiche incessanti dell’Occidente che è stata subito stigmatizzata come un “atto di provocazione“.

Venerdì scorso i redattori del New York Times dal primo all’ultimo hanno sposato la politica aggressiva del Pentagono e invocato “la massima pressione economica” nei confronti dell’Iran.

La verità è che a soffrirne sarà l’iraniano medio, come anche l’europeo medio, stremato dalla crisi e indebitato fino al collo. Ne soffrirà l’economia americana. E ogni volta che l’Occidente darà in escandescenze, Teheran si riserverà il diritto di mandare in orbita i prezzi del petrolio.

Il regime iraniano continuerà a vendere il suo greggio, ad arricchire il suo uranio e, soprattutto, non cadrà. Come un missile hellfire piombato su una festa di matrimonio pashtun, queste sanzioni mancheranno l’obbiettivo. E causeranno un bel po’ di danni collaterali. In Occidente.

Fonte: The US-Iran economic war
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DAVIDE ILLARIETTI

http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9679

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Il nuovo virus dell’”Influenza aviaria killer”: Un giorno lo useranno contro di noi?

1/12/2012

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_La maggior parte delle persone non ha idea di quanto siamo vicini all’apocalisse biologica. In tutto il mondo, “superbatteri” incredibilmente pericolosi vengono creati da virologi e ricercatori militari. Questo sconsiderato armeggiare con la natura finirà per costare milioni di vite, perché è inevitabile che alcuni di questi “superbatteri” alla fine saranno rilasciati, di proposito o per caso. Quando arriverà il momento, non avremo assolutamente alcuna protezione contro di essi. Ma molti di questi scienziati non sembrano preoccuparsi dei rischi. Infatti, un team guidato da Ron Fouchier dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam ha creato un “influenza aviaria killer” che potrebbe uccidere centinaia di milioni di persone e vuole pubblicareil procedimento. Non sembrano rendersi conto che questa “influenza aviaria killer” creata scientificamente, potrebbe essere facilmente replicata da coloro che vorrebbero usarla come arma bioterroristica. In particolare, una “super-influenza” sarebbe una grande arma per coloro che vogliono ridurre drasticamente la popolazione del mondo, senza avere “sangue sulle loro mani”. Purtroppo, oggi ci sono troppe persone là fuori (molte all’interno dell’elite globale) che in effetti credono che ci sia bisogno di eliminare la maggior parte di umanità per salvare la terra.Alcuni anni fa, un sacco di persone sono letteralmente impazzite per l’influenza aviaria H5N1, ma si scoprì che è davvero difficile trasmettere l’influenza aviaria H5N1 da uomo a uomo.Ma se ci fosse un modo per rendere molto più facile la diffusione dell’H5N1 tra gli esseri umani, questo potrebbe potenzialmente essere assolutamente devastante. Finora, circa il 60 per cento di tutti gli esseri umani che sono stati infettati dal virus H5N1 sono morti.Bene, questo è esattamente ciò che questo team di ricercatori europei ha fatto.
Da un articolo dell’Independent ….Per la prima volta i ricercatori sono stati in grado di mutare il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria in modo che possa essere trasmessa facilmente attraverso l’aria con tosse e starnuti. Fino ad ora, si pensava che l’influenza aviaria H5N1 potesse essere trasmessa tra esseri umani solo attraverso il contatto fisico molto stretto. Sarebbe difficile sopravvalutare quanto sarebbe pericoloso questo virus se venisse rilasciato.Infatti, un consigliere scientifico del governo degli Stati Uniti ha detto  all’Independent che in questo caso lo “scenario peggiore è peggio di qualsiasi cosa possiate immaginare”.Anche il leader del team che ha creato questo virus, il virologo Ron Fouchier, ha ammesso che questa “influenza aviaria killer” è “probabilmente uno dei virus più pericolosi che si possano produrre“.Allora perché  l’hanno fatto?Perché produrre un virus che potrebbe uccidere centinaia di milioni di persone?Questa è una cosa così temeraria da fare che è difficile trovare le parole per descriverla.Ah, ma le autorità europee dicono che non c’è motivo di temere.Il Commissario europeo per la Salute John Dalli ha recentemente dichiarato ai giornalisti quanto segue “Le autorità olandesi hanno confermato che il virus stesso è conservato in un modo molto sicuro e che sono stati rilasciati i permessi necessari e che i ricercatori sono vincolati da un codice di condotta”….Ma è stato anche riferito che non vi sono guardie armate a guardia del virus.Sembra quasi il set di un cattivo film di fantascienza. Si potrebbe pensare che con un “super-virus” che potrebbe uccidere centinaia di milioni di persone si dovrebbe prendere la sicurezza un po’ più sul serio.Purtroppo, non è solo questa squadra europea che ha giocato con l’influenza aviaria H5N1.E’ stato precedentemente riportato che gli scienziati del Center for Disease Control degli Stati Uniti  hanno condotto esperimenti in cui si infettano furetti sia con il virus H1N1 dell’influenza suina  che con il virus H5N1  dell’influenza aviaria per vedere se si uniscono e creano un super virus mutante.Ancora una volta, sembra un pessimo film di fantascienza, ma gli scienziati di tutto il mondo stanno davvero combinando in giro con queste cose.Purtroppo, il risultato finale di tutto questo potrebbe essere una delle più grandi tragedie della storia umana.Guan Yi è un importante virologo della Hong Kong University, e una volta ha contribuito a isolare il virus della SARS. In una splendida intervista con Science Insider, ha spiegato in dettagli che cosa potrebbe significare per il mondo se i virus H1N1 e H5N1 dovessero ricombinarsi in un super virus mutante ….D: Dipende da ulteriori mutazioni?YG: Dipende dalle mutazioni e se il virus si riassembla ulteriormente con altri virus di tipo H5N1. Questo potrebbe essere un super incubo per il mondo intero.D: Sta parlando del virus Armageddon?YG: La possibilità che questi due virus si mescolino insieme è molto, molto bassa, ma non possiamo escludere la possibilità. Ora, il virus H5N1 è presente in oltre 60 paesi. E’  panzootico, presente ovunque ad eccezione del Nord America.D: Se l’incubo si avvera?YG: Se ciò accade, mi ritirerò immediatamente e mi chiuderò nel laboratorio P3.H5N1 uccide la metà delle persone che infetta. Anche se ti iniettassi un vaccino, potrebbe essere troppo tardi. Forse in sole due ore prenderebbe la tua vita.
Ma invece di ascoltare avvertimenti come questo, gli scienziati di tutto il Nord America, Europa e Asia continuano a giocare a fare Dio.Speriamo e preghiamo soltanto che nessuna delle loro “creazioni” si scateni sul mondo in tempi brevi.Naturalmente l’inganno dell’influenza può anche essere usato per spaventarci tutti e farci assumere i vaccini.Sfortunatamente, molte persone semplicemente non si rendono conto che anche i vaccini sono  incredibilmente pericolosi.Oggi, nuovi metodi bizzarri di produzione dei vaccini sono in fase di sviluppo in tutto il mondo. Alcuni vaccini sono stati effettivamente sviluppati usando cellule di cane, e altri sono coltivati ​​utilizzando  batteri E. coli geneticamente modificati.Non sembra una buona cosa.Inoltre, i vaccini odierni contengono così tanti ingredienti disgustosi che è incredibile che qualcuno sia ancora disposto ad assumerli.Il seguente elenco di ingredienti in un vaccino contro l’influenza tipica proviene da un articolo intitolato “The Truth About The Flu Shot”del rispettabile esperto di vaccini Dr. Sherri Tenpenny ….Proteine ​​dell’uovo: includono virus aviario contaminanteGelatina: può causare reazioni allergiche e anafilassi di solito associate alla sensibilità all’uovo o alla gelatinaPolisorbato 80 (Tween80 ™): può causare gravi reazioni allergiche, compresa l’anafilassi. Anche associato ad infertilità nei topi femmina.Formaldeide: nota sostanza cancerogenaTriton X100: un detergente forteSaccarosio: zucchero da tavolaResina: nota per causare reazioni allergicheGentamicina: un antibioticoThimerosal: il mercurio è ancora contenuto nelle fiale multidose di vaccino antinfluenzale
Quando ci lasciamo iniettare questi ingredienti, accadono brutte cose.Ad esempio, il CDC dice che c’è stato un aumento dell’autismo del  59 per cento tra i bambini degli Stati Uniti in un periodo di appena quattro anni, all’inizio di questo decennio.Inoltre, un gran numero di donne che hanno assunto i vaccini durante la gravidanza hanno avuto aborti spontanei.Se dubitate di questo, basta controllare questo articolo e le osservazioni che seguono: “Il vaccino H1N1 è sicuro? Storie shock di donne in gravidanza che hanno avuto aborti dopo l’assunzione del vaccino contro l’influenza suina“.In ogni caso, se l’”influenza aviaria killer” un giorno verrà rilasciata non ci sarà alcun vaccino sul mercato per questo.E ciò che è ancora più spaventoso è il fatto che ci sono un sacco di persone che in realtà applaudirebbero se un “super virus” arrivasse e uccidesse la maggior parte di noi.In un precedente articolo, ho descritto in dettagli la pazza ossessione che l’élite globale ha per la riduzione della popolazione mondiale del 90 per cento o più.Quelle che seguono sono citazioni vere da membri dell’élite globale riguardanti il loro desiderio di ridurre la popolazione ….Fondatore della CNN Ted Turner ….“Una popolazione totale di 250-300 milioni di persone, con un calo del 95% rispetto ai livelli attuali, sarebbe l’ideale”.Earth First, co-fondatore Dave Foreman ….“I miei tre obiettivi principali sarebbero quelli di ridurre la popolazione umana a circa 100 milioni in tutto il mondo, distruggere le infrastrutture industriali e vedere il deserto, con la sua gamma completa di specie, tornare in tutto il mondo”.Famoso esploratore Jacques Cousteau ….“Al fine di stabilizzare la popolazione mondiale, dobbiamo eliminare 350.000 persone al giorno.”Il marito della regina Elisabetta, il principe Filippo ….“Se mi reincarnassi vorrei ritornare sulla terra come un virus killer per abbassare il livello della popolazione umana.”Il primo direttore esecutivo del Sierra Club, David Brower ….“La gravidanza [dovrebbe essere] punibile come un crimine contro la società, a meno che i genitori non fossero titolari di una patente del governo … A tutti i potenziali genitori [dovrebbe essere] richiesto di utilizzare contraccettivi chimici, il governo emetterebbe l’antidoto per i cittadini scelti per la gravidanza.”Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Ruth Bader Ginsburg ….“Francamente l’ho pensato ai tempi della decisione Roe, c’era preoccupazione per la crescita demografica e in particolare per la crescita della parte più indesiderata della popolazione”.I “nuovi 10 comandamenti” del famigerato monumento Georgia Guidestones ….“Mantenete l’umanità sotto i 500.000.000 in perpetuo equilibrio con la natura.”Architetto del New World Order  David Rockefeller ….“L’impatto negativo della crescita della popolazione su tutti gli ecosistemi del nostro pianeta sta diventando spaventosamente evidente.”Professore di Biologia presso l’Università del Texas a Austin Eric R. Pianka ….“Io non nutro alcun sentimento ostile verso le persone. Tuttavia, sono convinto che il mondo, anche tutta l’umanità, starebbe chiaramente molto meglio senza molti di noi.”Mikhail Gorbaciov ….“Dobbiamo parlare con maggiore chiarezza sulla sessualità, sulla contraccezione, sull’aborto, sul controllo della popolazione, perché la crisi ecologica, in breve, è la crisi demografica. Tagliate la popolazione del 90% e non ci saranno più abbastanza persone a causare grossi danni ecologici.”La filosofia secondo cui il mondo è troppo sovrappopolato e che se non si fa qualcosa la Terra sarà distrutta viene insegnata nelle scuole e università di tutto il mondo.Per l’avvio di una grave pandemia basterebbe che un folle pazzo che crede davvero a questa roba rilasciasse una mortale “super influenza” in una zona altamente popolata.Questo è ciò che rende così pericolosa la menzogna della sovrappopolazione. Ci sono persone che sono disposte a fare qualsiasi cosa per “proteggere” la terra. Quando ci sono milioni di persone che realmente credono che gli esseri umani stanno distruggendo il pianeta, è inevitabile che ci saranno alcuni fanaticici che proveranno effettivamente a fare qualcosa al riguardo.Viviamo in tempi molto pericolosi.Ad un certo punto, uno o più di questi “super-batteri” saranno rilasciati.Quando accadrà, un sacco di persone moriranno.Per fortuna non è successo ancora, continuiamo a prepararci per il giorno in cui accadrà.

fonte: www.stampalibera.com | tratto da: nocensura.com

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Libri: CHE SAREBBE SE JFK NON FOSSE STATO ASSASSINATO ?

1/9/2012

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_Postato il Sunday, 17 July @ 21:30:00 CDT di comedonchisciotte

DOVE SAREMMO NOI OGGI?

Seguiamo prima la pista dei soldi, e mostriamo come è connessa direttamente con JKF, e cosa JFK fece per cercare di aiutare il popolo americano riguardo al debito nazionale e bancario.
Per spiegare la pista dei soldi, il modo più facile è quello di far riferimento alla storia di Abraham Lincoln. Lincoln fu presidente durante la Guerra Civile Americana. La guerra tra il Nord ed il Sud sulla questione dello schiavismo. Gli Yanks contro i Confederates.
Il Presidente Lincoln aveva bisogno di raccogliere denaro per finanziare l’esercito nordista. Ci sono tre modi con cui il governo può trovare il denaro. Il governo può tassare i cittadini, prendere in prestito denaro o può stampare contante e spenderlo.
Lincoln decise di stampare le banconote degli Stati Uniti per finanziare la guerra.
Questo modo evitava la tassazione e l’indebitamento.

Lincoln stampò contante e lo usò per la guerra. Non c’era bisogno di tasse e debiti. I banchieri volevano trarre profitto dalla guerra. I banchieri volevano che Lincoln stampasse il contante e lo consegnasse alle banche al prezzo del costo di stampa del denaro. Poi i banchieri avrebbero restituito il denaro al governo sotto forma di prestito bancario per poi chiedere ai contribuenti di pagare una tassa per ripagare gli interessi ai banchieri.
L’onesto Abraham Lincoln disse di NO ai banchieri e fu assassinato. Dopo il suo assassinio i banchieri raggiunsero il loro scopo.

Questo ci porta alla legge del 1913 della Federal Reserve e all’IRS (1)

I banchieri ottennero il loro scopo di nuovo nel 1913, quando la Federal Reserve Bank e le tasse di tipo IRS divennero legge. I banchieri avevano bisogno di una nuova tassa IRS che ripagasse gli interessi sul denaro che essi avrebbero creato e dato in prestito allo stesso governo.
Il governo stampa una banconota da 100 dollari chiamata banconota della Federal Reserve. La banca prende i 100 dollari di contante per 3,5 centesimi di dollaro (costo di produzione).
Poi la banca presta gli stessi 100 dollari al governo. Adesso il governo ha 100 dollari di debito e VOI dovete pagare le tasse IRS per ripagare la banca dei 100 dollari più gli interessi.
Con un costo di 3,5 centesimi di dollaro la banca può ottenere dai 5 agli 8 dollari di interesse ogni anno. Le banche lo chiamano un buon affare. Questo è il modo come noi [americani] creiamo un debito di 6 trillioni di dollari, più il debito del vostro stato, paese e città.
Metà o più delle vostre tasse IRS vanno ai banchieri. I banchieri danno poi i soldi ai politici per assicurarsi che siano eletti ed aumentare la tassazione a vostro scapito.

La Ricompensa del Politico

Se i politici sono fedeli ai banchieri, sono generosamente ricompensati; se non sono fedeli sono forzati ad abbandonare la carica, o uccisi. Il denaro del banchiere controlla chi è eletto e le leggi approvate ed influenza pesantemente i mass media che hanno bisogno dei prestiti bancari per far sopravvivere il proprio lavoro.
Leggete il libro (2) di Tom Schauf (3) per i dettagli sul resto del segreto.


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_Torniamo a JFK e l’ Eliminazione del Debito Nazionale.

Il Presidente John F. Kennedy stava semplicemente seguendo il Presidente Lincoln ed il Presidente Andrew Jackson. Con la creazione della banconota di Kennedy, la banconota degli Stati Uniti, i banchieri non potevano ottenere contante gratis e riprestarlo al governo traendo quindi profitto con il vecchio sistema bancario.
JFK pianificò la stampa di un sufficiente numero di banconote degli Stati Uniti, come fece il Presidente Lincoln, da ripagare il debito nazionale e successivamente abolì le tasse IRS senza fissarne di nuove.
Il programma di JFK di stampare le banconote degli Stati Uniti, denaro contante, avrebbe messo fine al monopolio privatamente detenuto dal sistema bancario che si indentificava nella Federal Reserve Bank. Dopo che il presidente John F. Kennedy fu assassinato, il presidente Johnson fermò immediatamente la stampa delle banconote degli Stati Uniti e riaffidò il monopolio al sistema bancario per ricreare la banconota della Federal Reserve, assicurando inoltre la continuazione della tassa IRS per i profitti bancari.
Sarebbe molto facile pagare il debito nazionale e cancellare la tassa sul reddito pesonale IRS semplicemente informando ogni elettore sulla verità del dollaro di JFK. Se solo l’ elettore si rendesse conto della verità sui progetti di JFK ne supporterebbe lo sviluppo. Soltanto i banchieri, i media, la polizia, l’FBI, i politici, i giudici e l’ Homeland Security (4) che traggono beneficio dal sistema bancario voterebbero per rendervi schiavi.

Il Prossimo Obiettivo dei Banchieri

Il prossimo obiettivo dei banchieri è l’ ID card ( documento di indentità ) così che possono rintracciare la tua posizione dal satellite e conoscere ogni transazione monetaria in cui siete coinvolti. Vogliono il completo e totale controllo su di voi in modo che non possiamo cambiare il sistema. Spetta a voi scoprire la verità così che possiate votare l’uomo che in grado di correggere gli errori.

Cosa Possiamo Fare Con il Tuo aiuto

Se ciascuna di 5.000 persone informassero un’altra persona ogni mese, allora raddoppieremo ogni mese, ed in sette mesi avremo un milione di persone. E presto avremo la maggioranza dei votanti che si uniscono insieme.
Le tasse e l’economia vincono sempre le elezioni. Se riescono ad introdurre la carta di identità nazionale, voi perderete la vostra libertà, così aiutateci mentre abbiamo ancora la libertà a raggiungere il cambiamento seguito dai presidenti Lincoln e John F. Kennedy che cercarono di liberarci del sistema bancario progettato per tenervi in debito.


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_Se JFK Fosse Vissuto…

Se il presidente Kennedy fosse vissuto, avremmo preso a prestito denaro senza pagare interessi e non avremmo avuto le stesse IRS, e nessun’altra tassa che sostituisse la tassa IRS.
Se fosse vissuto, molto probabilmente non saremmo stati coinvolti nella guerra del Vietnam. I banchieri hanno bisogno della guerra per creare deficit e profitto dal denaro creato con il programma dei prestiti.
La storia mostra che quando l’Europa iniziò questo sistema bancario, iniziarono immediatamente le guerre e i banchieri prestarono denaro ad entrambe le controparti in guerra. I soldi dei banchieri controllavano i Re di un tempo, come oggi il Fondo Monetario Internazionale (FMI) controlla le nazioni.
I piani di JFK avrebbero fermato i banchieri dal controllare il Congresso ed il Presidente di questa grande nazione. JFK voleva riportare il controllo in mano alle gente.

Il Controllo Bancario dei Politici

Oggi, voi votate per il canditato n.1 di un banchiere o il candidato n.2 dell’altro banchiere. Ai banchieri non importa per chi votate perchè entrambi rappresentano i loro interessi.

11/9?

Tom Schauf ha parlato con i pompieri che furono coinvolti durante l'11 settembre. Hanno detto di non credere alla versione della TV bensì che sia stata una cospirazione.
Hanno mentito sull'11/9. Hanno mentito su JFK. Non lasciate che mentano e vi parlino come il KGB o la Gestapo riguardo alla ID card: “mostrami i documenti o andrai in prigione”.

I Banchieri ed i Loro Politici

Puoi fidarti dei politici che ti hanno costretto ad accettare questo sistema bancario e ti hanno mentito sulla morte di Kennedy? Dobbiamo rimuovere tutti i politici che ti vogliono rendere schiavi, e votare gli americani onesti che riporteranno la libertà seguendo l’onesto sistema monetario delle Banconote degli Stati Uniti di Kennedy e Lincoln.

Cosa sarebbe accaduto se Kennedy fosse stato vivo?

La Televisione continua a chiedersi chi ha sparato a Kennedy. Non si è mai posta la domanda su chi ha tratto maggior beneficio da questo assassinio.
Ogni buon detective vi direbbe di seguire la pista dei soldi per arrivare alla risposta.
Quando il Presidente Kennedy fu ucciso mia madre continuava a dire che c’era qualcosa di strano, che c’era stata una cospirazione. Quando il suo assassino fu ucciso, l’assassino non avrebbe più parlato.

L’ Incontro Privato di JFK ed il Suo Scopo

Il presidente John F. Kennedy ebbe un incontro con un famoso fumettista. Era un incontro strategico su come mettere fine al sistema bancario e seguire il sistema bancario secondo la Costituzione americana.
JFK sapeva che la media degli americani non avrebbe capito la questione bancaria e aveva bisogno di un fumettista per disegnare le illustrazioni che spiegassero il segreto bancario. JFK programmò di stampare la Banconota degli Stati Uniti invece che la Banconota della Federal Reserve ed innondare la nazione con la nuova banconota così che la gente si potesse chiedere, “ Che differenza c’è tra la Banconota degli Stati Uniti e quella della Federal Reserve?”.
JFK programmò di ripagare il debito pubblico e cancellare la tassa IRS sul reddito personale semplicemente stampando Banconote degli Stati Uniti. JFK programmò di fermare i banchieri dallo stampare denaro per poi prestarlo. Dove sarebbe la ricchezza adesso se…?
Se John F. Kennedy avesse avuto successo, da 10 a 20 trilioni di dollari/ricchezza che oggi possiedono i banchieri sarebbero nelle mani degli americani.
Se John F. Kennedy ci fosse riuscito, non ci sarebbe alcun bisogno di nessuna tassa sul reddito o altre tasse per sostituire la tassa IRS ed oggi non ci sarebbe il Deficit federale.
Un proiettile nella testa del Presidente Kennedy mantiene trilioni di dollari nelle mani dei banchieri.
Bobby Kennedy lavorava con il Presidente e doveva sapere del programma. Anche Boddy ricevette un proiettile.
Ted Kennedy oggi è ancora vivo perchè ha un record di voti che renderebbe orgoglioso ogni socialista che segue la linea dei banchieri.

Perchè John Jr. e sua Moglie Dovevano Morire?

Per approfondire: http://leconomistamascherato.blogspot.com/2011/08/sullassassinio-di-jfkennedy-jr.html

Il National Examiner fornisce la prova che settimane prima che John Jr. morisse in un incidente aereo insieme alla moglie Carolyn, John Jr iniziò a dire agli amici,” Voglio sapere chi ha ucciso mio padre. Voglio cancellare ogni dubbio.”
John Jr. era proprietario della rivista George. Era nella posizione perfetta per arrivare alla verità. Egli e lo staff di sua moglie sapevano come investigare.
Se fossero andati su Internet, si sarebbe saputo come suo padre realizzò le Banconote Usa e come i banchieri beneficiarono dalla morte del padre.

Come Poteva Non Saperlo?

Il figlio di JFK, John Jr, voleva scoprire perchè suo padre fu assassinato e rendere tutto pubblico ma morì insieme alla moglie su un piccolo aereo sopra l’ Oceano.
Tom Schauf è stato un istruttore e tecnico di volo. Egli afferma che i mass media hanno potuto imbrogliare solo quelli che non hanno mai pilotato un aereo.
Primo, un tipico aereo con motore leggero non vola molto lontano sul mare. Stanno sempre entro uno spazio aereo non distante dalla costa.
Se John Jr fosse stato disorientato come i media suggeriscono tutto quello che egli doveva fare era premere un piccolo bottone e sarebbe stato al sicuro.
Egli era abbastanza competente da premere il bottone del pilota automatico.
Se John Jr avesse reso pubbliche certe informazioni, avrebbero dovuto uccidere anche sua moglie, e non puoi uccidere entrambi con un solo proiettile. Tutti avrebbero saputo che era una cospirazione. Invece sono morti entrambi sull’Oceano.
Molti piloti pensano che una bomba sia stata installata sul velivolo. Perchè sono stati cremati? I Cattolici seppelliscono i loro morti. Ma la cremazione è l’ unica a nascondere i segni di un’esplosione.

Il Discorso che Tenne JFK – Quello che Fu Cancellato dalla Registrazione

Qual è l’ evidenza? Nel libro di Tom sono descritti i giorni prima che il Presidente John F. Kennedy fosse assassinato e come egli spiegò il fatto che ci fosse una cospirazione che voleva rendere pubblica.
Fu assassinato prima che potesse renderla pubblica.
Guardiamo alla Storia. Tre presidenti - Lincoln, Garfield, McKinley – furono assassinati. Ognuno di loro si era opposto direttamente ai banchieri, come John F. Kennedy.
Tentativi di assassinio ebbero come obiettivo il presidente Andrew Jackson, che lottò contro il sistema bancario di oggi e vinse le elezioni con gran successo.
Il presidente Reagan minacciò di sostituire il presidente della Federal Reserve Bank, Paul Volcker. Reagan disse: ”…non dobbiamo rendere conto alla Federal Reserve Bank, tanto meno al presidente.” Da li a poco fu sparato a Reagan.
Dopo il periodo di ricovero Reagan dichiarò pubblicamente che il presidente della Federal Reserve, Volcker, stava facendo un “buon lavoro”. Cominciate a vedere una connessione ed un motivo?

Orgogliosa Ammissione da un Importante Banchiere…

Nel libro di Tom è spiegato come un importante Banchiere ha ammesso che i banchieri controllano il Congresso creando denaro e usandolo per finanziare le elezioni sia dei Repubblicani che dei Democratici.
Coraggiosamente, questo importante banchiere ha detto a Tom che se un politico non collabora con la banca e non passa una legge che i banchieri vogliono sia approvata, il politico sarà diffamato attraverso i mass media e i banchieri finanzieranno il politico dell’opposizione che rimarrebbe fedele ai banchieri.
Nessun politico oserebbe opporsi ai banchieri.
Questo importante banchiere spiegò a Tom come il i soldi dei banchieri controllano i media attraverso la pubblicità e il prestito di denaro o direttamente possedendo i media e come le banche controllano i giudici e la Legge.
Poi il banchiere disse: ”Se gli americani scoprissero la verità su questi segreti, impiccherebbero i banchieri per quello che hanno fatto – e voterebbero per seguire la Costituzione Usa.” Poi rise e disse:” Gli americani sono troppo stupidi per immaginare cosa gli è stato fatto“.

Un Recente Esempio

Un recente esempio di questo è Traficant, un membro del Congresso. Ha descritto i banchieri come manovratori. Ha definito la IRS (l’ agenzia incaricata di prelevare la tassa sul redditto e di proprietà della Federal Reserve Bank) come un mucchio di ladri. Ha rivelato lo stato di bancarotta degli Stati Uniti.
Adesso andrà in prigione. Ha dichiarato che c’è stata una persecuzione selettiva ed una cospirazione per farlo finire in prigione.
Sulla Tv nazionale, un giurato del processo Traficant, Lee Glasz, ha detto:” Nessun dubbio che Traficant nuoce al governo.”
Capite la debolezza dei banchieri? Il banchiere può continuare questo segreto solo se rimane un segreto.
Se gli elettori sapessero la verità vincerebbero.

Un Presidente Alternativo

Qualcuno è disposto a concorrere alla presidenza per realizzare i piani di JFK, ma non può succedere senza il vostro aiuto. Abbiamo bisogno che si diffonda la verità sulle Banconote degli Stati Uniti e quelle della Federal Reserve. Se loro uccideranno o imprigioneranno Tom Schauf o chiuderano questo sito web, allora saprete di sicuro che c’è un tentativo di tenere tutto in silenzio. Se questo succede passeremo al piano “B” per diffondere l’ informazione.

Il Costo della Libertà

La Libertà costa qualcosa. Costa un pò del tuo tempo per aiutarci a diffondere la verità in modo che la prossima volta gli elettori sapranno qual è il vero problema e sapranno come votare per il programma di JFK, cancellare il debito nazionale e la tassa IRS sul reddito personale.
JFK sarebbe potuto sopravvivere se fosse andato prima sulla TV nazionale con metà degli elettori ad ascoltare e senza che il suo staff o qualcun’altro lo sapesse in anticipo così da cambiare improvvisamente il suo discorso pre-stampato riguardo la Banconota degli Stati Uniti e le verità sui banchieri.
Se avesse fatto questo e prima e poi fosse stato ucciso, tutti avrebbero saputo chi era stato.
Andate da chi vende monete antiche e chiedetegli la Banconota degli Stati Unit del 1963. Loro la chiamano il dollaro di Kennedy.


Tom ha sostenuto per lungo tempo che la vera soluzione è una soluzione POLITICA. Noi non sosteniamo o assistiamo individui per cancellare un proprio debito. Questo sito ha il puro scopo di educare gli elettori americani in modo che possano fare la differenza politica.


(1) IRS, Internal Revenue Service (US government)
Agenzia Governativa, di proprietà della Federal Reserve Bank, incaricata di riscuote la tassa IRS sul reddito personale.

(2) Il Libro di Tom Schauf
Titolo: “America's Hope: To Cancel Bank Loans Without Going to Court” ( La Speranza Americana: Cancellare Il Prestito Bancario Senza Finire in Tribunale ).

(3) Tom Schauf
Thomas Schauf si è laureato all’Università dell’Illinois in Contabilità e Finanza. Ha lavorato come contabile alla Motorola, in una compagnia di certificazione contabile, ha gestito il proprio business come broker. Ha insegnato ad avvocati e a compagnie di certificazione pubblica l’ arte della valutazione e negoziazione. E' stato un istruttore di volo.

(4) Homeland security
Il Dipartimento dell’Homeland Security è stato creato nel marzo del 2003, ed è composto da numerose agenzie tra cui l’Ins, ovvero l’immigrazione Usa, la dogana, la guardia costiera, i servizi segreti e la Tsa, authority che gestisce la sicurezza dei trasporti americani.

NOTA DEL TRADUTTORE:

La traduzione manca di circa 15 righe in cui l’ autore si rivolge direttamente agli americani per chiedere collaborazione al fine di divulgare l’ informazione attraverso Internet, cancellare la tassa americana IRS e porre fine al controllo bancario americano. Ho ritenuto di escludere questa righe per dare spazio alla descrizione dei fatti. Tuttavia la mancanza delle suddette non pregiudica la comprensione dei contenuti.

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da MANRICO TOSCHI

Fonte: http://www.bankhonesty.com/jfk.shtml

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Il banchiere Passera getta la maschera e chiede più poteri per la Bce - EDITORIALE

1/7/2012

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_l ministro dello sviluppo economico nominato da Monti, il banchiere Corrado Passera, ex amministratore delegato di Banca Intesa chiede di dare (ancora) più poteri alla BCE: un annuncio che avrebbe dovuto destare SCANDALO e INDIGNAZIONE, ma che i giornalisti servi del potere riportano con la massima tranquillità, e anzi cercano di avvalorare la bontà della sua richiesta. 
Quando Berlusconi o i suoi galoppini annunciavano leggi che avrebbero favorito Mediaset, giustamente la sinistra insorgeva: ebbene, Passera che propone di aumentare ulteriormente i poteri della BCE è molto, molto peggio: la BCE è di fatto un'azienda privata come Mediaset, con la differenza che la Banca Centrale Europea influenza i governi, impone manovre finanziarie, gestisce la sovranità monetaria degli stati dell'eurozona, e oltretutto si sta comportando molto male nei confronti del nostro paese, visto che non compra più i nostri titoli, cosa che è alla BASE del vertiginoso aumento dello spread, che ci costringe a pagare un tasso di interesse ELEVATISSIMO a coloro che acquistano i nostri titoli di Stato: come sappiamo bene, lo spread a quota 500 significa che per avere liquidità, lo stato italiano (quindi noi cittadini) deve corrispondere il 7% di interessi a coloro che investono nei nostri titoli: una VERA E PROPRIA speculazione a danno di tutti i cittadini italiani: oltretutto i nostri titoli sono richiestissimi, non ci sarebbe bisogno di offrire così tanto per collocarli sul mercato, come dimostra il fatto che poche settimane fa, quando abbiamo emesso titoli semestrali, la domanda ha superato di gran lunga l'offerta: tutti vogliono i nostri titoli, visto che il profitto è elevatissimo a fronte di un rischio modestissimo! Ma torniamo al signor Corrado Passera, e spieghiamo a coloro che non ne sono a conoscenza i rapporti di questo signore con la BCE.
Banca Intesa - di cui, ripetiamo, Corrado Passera era Amministratore Delegato, fino a quando non si è dimesso per diventare ministro di Monti - possiede il 30,3% della Banca d'Italia (la quota più elevata) che a sua volta, possiede il 12,50% della BCE; possiamo pertanto affermare che praticamente Banca Intesa è proprietaria di fatto di circa il 3% della BCE alla quale Corrado Passera vuole assegnare maggiori poteri!
Con questa mossa, possiamo affermare a pieno titolo che l'ex banchiere ha gettato la maschera: dopotutto da lui non ci aspettavamo NIENTE DI DIVERSO, è bene chiarirlo.

Come mai Corrado Passera avrebbe dovuto lasciare un incarico - Amministratore Delegato di Banca Intesa - per il quale percepiva una retribuzione di svariati milioni di Euro all'anno, per fare il Ministro, con una retribuzione 30-40 volte inferiore? Tra l'altro Passera ha già annunciato che intende restare in politica ben oltre il governo Monti: probabilmente si collocherà nelle fila del Centro-sinistra, che ha sempre avuto un "debole", quasi una "vocazione" per gli uomini legati a certi poteri.
Per rendervi conto della gravità della situazione, ovvero di come "interpreta" la stampa italiana questa notizia, vi suggeriamo di leggervi l'articolo di Repubblica: (tra l'altro Corrado Passera in passato ha ricoperto il ruolo di direttore generale del Gruppo Editoriale l'Espresso, a cui fa capo Repubblica; tuttavia è bene precisare come goda di ottimi rapporti anche con la "fazione rivale", visto che ha ricoperto lo stesso ruolo per Arnoldo Mondadori Editore). L'articolo sopracitato, che sarà letto da milioni di italiani, è un vero e proprio spot pubblicitario per Passera e per la sua proposta di aumentare i poteri della BCE - e quindi di Banca Intesa - SENZA UN MINIMO CENNO ALL'EVIDENTISSIMO CONFLITTO DI INTERESSI, questione su cui Repubblica, in passato, ha fatto una vera e propria crociata contro Berlusconi; e sia chiaro: faceva bene. Peccato che non lo faccia in tutti i casi che ci sarebbe da farlo, come consuetudine dei giornali palesemente schierati, pronti ad attaccare e mettere in croce l'avversario, e omettere/interpretare in modo funzionale ai propri amici...


Alessandro Raffa per nocensura.com

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2012 e la”Profezia Maya”: e’ la Depressione la fine del mondo? E se Bankitalia vendesse il suo oro?

1/6/2012

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__- di Gianni Rossi -
Il 2012, anno bisestile, dopo il 2011 “annus horribilis”, farà paura non tanto per la “Profezia dei Maya” sulla fine del mondo, quanto per la Depressione in cui stiamo precipitosamente scivolando. L’Italia è già caduta in Recessione dal 2008, da quando è iniziato il massiccio ricorso alla Cassa integrazione, alla Mobilità e ai prepensionamenti, con l’aumento costante ed esponenziale di disoccupati e di giovani in cerca di primo lavoro o addirittura senza nessun ruolo (il 30%). E inoltre, con la forte contrazione dei consumi e l’erosione delle molteplici forme di risparmio. Ma nel frattempo, nonostante le Borse abbiano perduto anche un quarto del loro valore, molte delle società quotate hanno aumentato i dividendi; mentre la speculazione ha continuato ad acquistare i debiti sovrani italiani, fiutando l’affare di ricavarne golosi utili fra cinque/dieci anni, allo scadere dei Bond, proprio grazie all’elevato livello dello Spread con i Bund tedeschi.
Si tratta dunque di una Depressione vera e propria, peggiore di quella del 1929, che fu in parte debellata negli Stati Uniti con i piani Keynesiani avviati dall’illuminato presidente Franklin Roosevelt; ma che portò il mondo a scannarsi nel Secondo conflitto con 50 milioni di morti tra l’Asia, l’Africa e l’Europa. Per uscire realmente da quella Depressione ci vollero in realtà più di 20 anni. Solo agli inizi del 1950, i paesi europei passarono dalla ricostruzione postbellica alla fase di espansione produttiva e di lento, ma costante, arricchimento di massa. Da quella tragica ed eroica esperienza nacque il progetto di un‘Europa unita, grazie ad un gruppo di intellettuali e politici di diversi orientamenti. Oggi, ci troviamo alla vigilia di una crisi analoga. La guerra si combatte con la speculazione online sui mercati finanziari globalizzati. La Germania ancora una volta cerca di espandere il suo dominio mercantile su tutto il continente, dettando l’agenda del risanamento dei conti pubblici, del rigore “lacrime e sangue”, mettendo al riparo i suoi guadagni ottenuti con l’Euro e con la ripresa delle proprie esportazioni. Forse, in questo senso, potrebbe avverarsi la “Profezia dei Maya”: un conflitto commerciale e finanziario di livelli mai visti, con decine e decine di milioni di morti e nuovi poveri, massacrati non proprio da armi convenzionali?
La Depressione non risparmierà nessuno né i paesi più virtuosi del Nord Europa né quelli che si tormentano tra le manovre apocalittiche di risanamento. E questa volta, come  e più del passato, il termine acquisisce la doppia valenza economica e materiale, da una parte, e psicologica individuale e di massa, dall’altra. La Depressione è uno stato dell’essere, che un tempo si confondeva con la “Melanconia”, il sottile male dell’animo che toglieva energie e voglia di vivere e faceva “guardare all’indietro”, verso un ideale periodo romantico che non sarebbe più ritornato. Adesso, però, questo stato psicologico è certificato come una malattia che può portare, oltre all’isolamento, anche a gravi disturbi psicofisici, fino al suicidio. La Depressione è anche il fondo estremo della Recessione, quando ormai la moneta non ha più valore in sé; quando la gente delle classi meno agiate sopravvive giorno dopo giorno; quando un paese è sempre più oppresso da fame, miseria e desolazione. E solo la rabbia resta nel corpo straziato di un popolo colpito dalla Depressione, come il fantastico libro di John Steinbeck raccontò in “Furore”, poi adattato magistralmente per il cinema  da John Ford. La frase che raccoglie il senso della storia era: “E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia”, la rivolta contro le ingiustizie, le sopraffazioni e la povertà dilagante.
Il periodo è quindi foriero di nubi minacciose all’orizzonte, di stravolgimenti sociali e culturali, di rimescolamenti di posizioni politiche, di massiccio impoverimento delle classi produttive: dal proletariato alla piccola e media borghesia. Poche settimane fa, sulla base di analisi e statistiche realizzate dai suoi uffici, il Direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, l’ex-ministro delle Finanze francese Christine Lagarde (conservatrice neogollista e neoliberista) ha messo in guardia mercati e governanti sull’imminente ripetersi di una Grande Depressione nell’Unione Europea, come negli anni Trenta: “Se la comunità internazionale non comincerà a lavorare insieme il rischio di entrarci è reale, a causa della recessione, del crescente protezionismo e dell’isolazionismo”. E non basteranno le politiche di austerità, di risanamento drastico dei conti pubblici, delle sanzioni finanziarie che la Merkel ha strenuamente voluto nel nuovo “Patto per l’Europa”.Stando anche agli ultimi dati statistici forniti da Eurostat, l’aumento della disoccupazione è in crescita costante dello 0,1% in media a trimestre nell’Unione a 27, ma in alcuni paesi come la Grecia e la Romania è notevolmente superiore: gli occupati sono scesi a 222,9 milioni nell’Europa a 27, mentre nell’Eurozona sono calati a 146,9 milioni. Gli stessi uffici di Bruxelles mettono in guardia dalla “strutturale debolezza, dovuta alle crescenti diseguaglianze e alla diminuzione dei lavori retribuiti con paghe medie, specialmente nei settori manifatturiero e nelle costruzioni”. Più disoccupati ed occupati pagati ancora di meno! Ed è stato inoltre calcolato che già nel 2010 sono entrati nella fascia “a rischio povertà o esclusione sociale” ben 115 milioni di europei, il 23 % della popolazione.
In Italia, a niente sembrano essere servite le recenti manovre finanziarie, dal governo Berlusconi/Tremonti/Bossi a quello della “Destra tecnocratica” di Monti/Passera/Fornero. Lo Spread, il differenziale tra i nostri titoli di stato e quelli tedeschi è rimasto invariato sopra i 500 punti. L’inflazione è sempre stabile tra il 3 e il 4%, i salari e gli stipendi stanno sempre 2,5 punti sotto l’inflazione e gli indici produttivi e per l’esportazione mostrano solo segnali negativi. L’imposizione fiscale ha superato per i dipendenti la soglia media del 45%, toccando per alcune categorie addirittura il 54%, mentre l’evasione e l’elusione fiscale apportano allo “stato parallelo” 160 miliardi di euro l’anno, senza che l’Agenzia dell’Entrate, nonostante qualche colpo mediatico alla “cinepanettone” dei film vacanzieri a Cortina, riesca  o voglia realmente colpire i contribuenti infedeli, pur avendone i mezzi e le strutture da una ventina d’anni!
E allora che fare? La proposta di vendere l’oro, le riserve auree della Banca d’Italia, o almeno legare speciali Bond al loro valore potrebbe essere un rimedio. Altrimenti l’altra strada è quella intrapresa agli inizi del Duemila dall’Argentina, ovvero il riscadenzamento dei titoli di stato, allungandone le date o riducendone drasticamente il valore nominale di riscatto; o ancora più drasticamente, seguire l’esempio dell’Islanda, che ha deciso di non ripagare per nulla i debiti pubblici contratti con le banche investitrici. Significherebbe mettere a repentaglio la coesistenza nell’Eurozona? Forse sì! Ma ora non è la stessa cosa? Se crolla il “sistema Italia”, sostengono analisti e capi di governo, governatori centrali e grandi investitori, crolla l’Euro e si dissolve anche l’idea stessa dell’Unione europea. Allora, a mali estremi, estremi rimedi. Perché impoverire ancora “la mucca da mungere” ovvero i circa 30,5 milioni di contribuenti italiani, sempre spremuti dal 1992 in poi e mai rimborsati? Ecco perché stiamo passando dalla Recessione alla Depressione vera e propria: alta inflazione, seppure relativa (il 4% è ancora ritenuto fisiologico), contrazione drastica dei consumi, significa Stagflazione; la mancanza di investimenti e di produzione, con i magazzini merce semivuoti, certifica la Recessione. Questa miscela porta alla Depressione totale, economica e psicologica. Fallire dunque per lo Spread e i mercati finanziari che speculano sulle debolezze istituzionali italiane o vendere parte delle riserve auree? E se non ora quando?
l’Italia è il terzo paese al mondo per consistenza di riserve auree (dopo Stati Uniti con 8.133,5 tonnellate e Germania con 3.401, prima della Francia e addirittura a 13 lunghezze dalla Gran Bretagna, diciassettesima, con 310,3) con 2.451,8 tonnellate di oro, per un contro valore di circa 110 miliardi di euro.
Un patrimonio enorme, quello di Via Nazionale, che aveva già suscitato nell’estate del 2007 l’interesse del governo Prodi con il defunto ministro delle Finanze Padoa Schioppa (suggeriva vendite per finanziare lo sviluppo e fu attaccato violentemente dal centrodestra), e poi dello stesso Tremonti, che nel 2009 tentò di tassare le plusvalenze sull’oro di Bankitalia, ma fu bloccato dalla Bce di Trichet.  Quest’anno si devono collocare circa 400 miliardi di titoli di Stato e una montagna di obbligazioni bancarie, pari a oltre 100 miliardi, che verranno a scadenza. Le grandi banche italiane, da Intesa dell’ex-ad. Corrado Passera, ora superministro dell’Economia ( 44% per 46 miliardi di controvalore in oro) a Unicredit (oltre il 20% per 26 miliardi di controvalore), sono formalmente le azioniste della Banca d’Italia e dunque “proprietarie” anche delle riserve auree. In caso di necessità dunque la “controllata” Bankitalia potrebbe sottoscrivere direttamente le obbligazioni bancarie. Le stesse banche potrebbero emettere obbligazioni garantite dall’oro che rappresenterebbe così un “collaterale” affidabile. Ultimamente Bankitalia ha registrato enormi plusvalenze dall’oro, per cui gli azionisti-banche potrebbero beneficiarne per ricapitalizzarsi. C’è poi l’ipotesi più diretta quella legata al debito sovrano.
Se il Tesoro potesse emettere una serie speciale di BOT agganciata all’oro di Bankitalia supererebbe di slancio molti problemi di credibilità. Potrebbero andare sul mercato e chiedere con un’obbligazione Euro freschi. Ai potenziali sottoscrittori potrebbero vendere un bond con attaccata la garanzia dell’oro di Bankitalia. Se la banca dovesse fallire, l’investitore potrebbe rivalersi sui lingotti. Questo meccanismo permetterebbe ai nostri istituti di credito di finanziarsi a tassi molto competitivi e decisamente inferiori a quelli di mercato, vista la garanzia. Tuttavia l’operazione fa i conti senza l’oste. Ovvero la Banca d’Italia. Come è accaduto la Bundesbank ha posto un immediato “no” all’ipotesi di mettere nell’attivo del Fondo salva stati l’oro delle banche centrali e in particolare quello tedesco. Anche Via Nazionale potrebbe avanzare più di una riserva. Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, nelle settimane scorse hanno proposto un Fondo finanziario europeo, con capitale costituito da riserve auree degli Stati membri, finalizzato ad abbattere il debito pubblico e rilevare 2,3 trilioni di titoli di Stato. L’ipotesi ultima è che il medesimo meccanismo, invece di lasciarlo usare alle nostre banche, si potrebbe attribuire al Tesoro. Un nuovo BTP d’oro: con tassi di interesse molto inferiori a quelli che il mercato oggi ci riconosce proprio in virtù del fatto che avrebbero come “collaterale” per un eventuale fallimento italiano, l’oro di Bankitalia. Non sarebbe la prima volta che Bankitalia utilizza le sue riserve per occasioni eccezionali. L’ultima volta fu nel 1976: via Nazionale diede in garanzia 540 tonnellate d’oro per onorare un prestito a copertura del disavanzo verso la Germania.
Va ricordata la provocazione da “ultima spiaggia” nei nostri confronti del presidente della commissione parlamentare per l’Europa del parlamento tedesco Gunther Krichbaum  al quotidiano Rheinischen Post, sull’eventualità di usare le riserve auree per abbattere il debito pubblico: “Attraverso una vendita l’Italia potrebbe, considerato l’alto valore dell’oro, ridurre sensibilmente il suo debito pubblico”, ha detto per rispondere all’ipotesi – avanzata nel corso del G20 di Cannes – di utilizzare i diritti speciali di prelievo per potenziare il Fondo salva-Stati europeo. In piena Depressione, con l’eventualità di una nuova manovra “lacrime e sangue”, ancora imposta “dall’algida Germania” della cancelliera Merkel, non è forse il momento di scegliere la strada dell’uso delle riserve auree? O è meglio gettarsi nel’incubo della “Profezia dei Maya”? Se non ora, quando?

 Preso da: http://www.articolo21.org/4529/notizia/2012-e-laprofezia-maya-e-la-depressione-la.html
Tratto da:Informare per Resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

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