L'unica via alla salvezza a buon mercato alla facciazza della massoneria e dei poteri delle lobby oscure è liberalizzare per la medicina e non solo la CANNABIS e magari anche "Why not" l'oppio cosi come tutte le cose naturali alimentari e medicinali visto che è quello che vogliono:ridurci in schiavitù con l'alimentazione,le malattie,l'acqua,l'aria e tutto ciò va contro la vita e l'uomo.
Allora comincio parlando ella canapa e delle sue principali proprietà.
Sistema degli endocannabinoidi e suo ruolo in diverse patologie.
OVVIAMENTE DEDICO QUESTO ANCHE E SOPRATTUTTO A TUTTI I DOTTORI ASSERVITI AL POTERE OSCURO CHE SI SONO PRESTATI AL GIOCO DEL "PORCO".
Perchè il porco loro adorano e quindi di porci trattasi tutti quelli che si sono prestati al gioco nel corso del tempo.!
Il sistema degli endocannabinoidi è stato scoperto grazie alle ricerche effettuate sul delta-tetraidrocannabinolo ( THC ), il componente attivo della Cannabis.
Il sistema degli endocannabinoidi comprende recettori per i cannabinoidi, i cannabinoidi endogeni,( endocannabinoidi ), e gli enzimi che sintetizzano e degradano gli endocannabinoidi.
Esistono almeno 2 tipi di recettori per i cannabinoidi, CB1 e CB2.
Il sistema degli endocannabinoidi è stato individuato in molte regioni del cervello: corteccia, ippocampo, gangli basali, cervelletto, striato, amigdala e nucleo accumbens.La densità dei recettori è particolarmente alta nel cervelletto, corteccia, ippocampo, ipotalamo e gangli basi.Queste aree interessano la memoria, la funzione motoria ed i comportamenti di ricompensa.
I recettori CB1 sono stati trovati in modo preponderante a livello dei terminali nervosi centrali e periferici, dove mediano l’inibizione del rilascio del trasmettitore.
I recettori CB2 sono espressi principalmente sulle cellule immunitarie, dove modulano il rilascio di citochine e la migrazione di cellule del sistema immunitario.
Da questo si deduce che il ruolo comune dei recettori CB1 e CB2 sia quello di regolare il rilascio di messaggeri chimici.
Gli endocannabinoidi sono importanti modulatori della risposta fisiologica dell’asse HPA ( ipotalamico-pituitario-surrenale) durante condizioni di stress ripetitivo e nelle condizioni patologiche, come ansia, fobia, depressione e disturbi da stress post-traumatico.
Inoltre è stato ipotizzato che il sistema degli endocannabinoidi svolga un importante ruolo nella protezione contro la neurotossicità e probabilmente, contro certe forme di epilessia.Per tale ragione i farmaci che agiscono come antagonisti dei recettori CB1 dovrebbero essere attentamente monitorati, ad esempio, nei pazienti con ansia, epilessia o disturbi neurodegenerativi.
Il sistema degli endocannabinoidi è ritenuto svolgere un ruolo in :
a) Dolore: i recettori CB1 sono localizzati sulle vie del dolore nel cervello e nel midollo spinale e sui terminali periferici e centrali dei neuroni primari afferenti che mediano sia il dolore neuropatico che quello non-neuropatico.Studi su animali hanno indicato che il cannabinoide endogeno anandamide ed i ligandi del recettore dei cannabinoidi sono molto efficaci nei confronti del dolore, sia di origine neuropatica che infiammatoria.Gli agonisti dei cannabinoidi possono anche rilasciare gli oppioidi endogeni.
b) Sclerosi multipla: c’è evidenza da studi clinici condotti su pazienti con sclerosi multipla, che i cannabinoidi possano ridurre gli spasmi, la spasticità, i tremori in questi pazienti. Studi su modelli murini di sclerosi multipla hanno indicato che l’attivazione dei recettori CB1 e CB2 mediante somministrazione esogena di agonisti, o favorendo il rilascio endogeno, può opporsi alla progressione della sclerosi multipla, rallentando il processo neurodegenerativo, riducendo l’infiammazione e promuovendo la rimielinizzazione.
c) Tumore: numerosi studi hanno indicato che i cannabinoidi potrebbero direttamente inibire la crescita tumorale.I meccanismi proposti sono complessi e possono implicare l’induzione dell’apoptosi nelle cellule tumorali, un’azione antiproliferativa ed un effetto metastatico attraverso l’inibizione dell’angiogenesi e della migrazione delle cellule tumorali.
d) Disordini intestinali: esiste evidenza che certi disordini, caratterizzati da infiammazione del tratto gastrointestinale o da diarrea, possono essere associati ad un aumento dei livelli intestinali di endocannabinoidi e/o dell’espressione dei recettori CB1 mediante neuroni mesenterici; inoltre, l’iperattività del sistema degli endocannabinoidi migliora almeno alcuni dei sintomi di queste malattie. Il miglioramento può essere mimato dagli agonisti del recettore CB1 o favorito dagli inibitori del metabolismo degli endocannabinoidi.
e) Disordini mentali: gli studi hanno mostrato che i livelli di anandamide sono sensibilmente più alti nel liquido cerebrospinale degli schizofrenici paranoidi al primo episodio e naive agli antipsicotici, e degli schizofrenici che assumono farmaci antipsicotici atipici, che nel liquido cerebrospinale dei controlli sani.I livelli di anandamide nel liquido cerebrospinale sono negativamente correlati con i sintomi psicotici nei pazienti schizofrenici. E’ stato ipotizzato che l’anandamide abbia un ruolo protettivo nella schizofrenia.
f) Eccitotossicità: è stato osservato che l’acido kainico aumenta i livelli di anandamide nell’ippocampo e che questa eccitotossina induce più gravi crisi epilettiche, quando il recettore dei cannabinoidi è deleto o bloccato farmacologicamente.
g) Disordini cardiovascolari: i recettori CB1 hanno un ruolo molto più importante dei recettori CB2 nella regolazione cardiovascolare.I recettori CB1 sono stati trovati nel miocardio, dove mediano l’effetto inotropo negativo, ed anche nel tessuto vascolare, dove la loro attivazione porta alla vasodilatazione .Entrambi questi effetti appaiono essere coinvolti nell’effetto ipotensivo dell’anandamide.I terminali nervosi sinaptici contengono i recettori presinaptici CB1, la cui stimolazione inibisce il rilascio di norepinefrina, che contribuisce agli effetti bradicardici dell’anandamide in vivo.
h) Disordini oculari: gli endocannabinoidi ed i recettori dei cannabinoidi svolgono un importante ruolo nella regolazione della pressione intraoculare.Gli endocannabinoidi così come i recettori CB1 sono presenti nella retina. I cannabinoidi esercitano effetti neuroprotettivi contro la neurotossicità a livello retinico. ( Xagena_2008 )
fonte:http://farmacologia.xagena.it/news/75f3a8fbbb2af06371e02ea8bce5aa65.html
altre fonti:http://medicalcannabis.com/Journal-2012/michelle-aldrich-cancer-free
http://medicalmarijuanadoctors.org/cannabis-extract-makes-brain-tumors-shrink
Il potere nutritivo del seme di canapa
L'olio di semi di Canapa è un alimento dalle straordinarie proprietà nutrizionali
I semi di canapa contengono tutti gli otto aminoacidi essenziali. L’organismo umano è in grado di ricavare ed elaborare dalle proteine della canapa tutte le proteine di cui abbisogna. La vitamina B ed E sono presenti in grande quantità nei semi di canapa. L’olio di canapa contiene una percentuale insolitamente alta di acidi grassi polinsaturi (circa il 90%), che hanno una importanza fondamentale per l’alimentazione umana. In particolare gli essenziali acidi linoleici (50-70%) ed alfa linolenici sono particolarmente rilevanti. Da 10 fino a 20 grammi di olio di canapa sono sufficienti per coprire il fabbisogno giornaliero di questi acidi grassi di un organismo umano. I semi di canapa e l’olio di canapa rappresentano con questi componenti un alimento particolarmente prezioso dal punto di vista fisiologico-alimentare. Inoltre ci sono molti possibili impieghi terapeutici.
Particolare attenzione merita in questo contesto un ulteriore componente. La canapa rientra nella categoria ristrettissima di piante da olio i cui semi contengono l’acido gamma linolenico (GLA: 2-4%). la carenza di acidi gamma linolenici può condurre a disturbi della sintesi della prostaglandina.Con l’immissione per via alimentare di questi acidi gamma-linolenici si possono risolvere questi disturbi di ricambio dei grassi.
L’assunzione di acidi gamma linolenici può inoltre influenzare positivamente diversi disturbi, tra cui la neurodermite, la sindrome premestruale, l’artrite reumatoide, la neuropatia diabetica, per citare solo gli ambiti d’utilizzo più importanti. L’azione si basa soprattutto sul miglioramento della formazione della prostaglandina.
L’acido alfa linolenico ha efficacia simile a quella dell’olio di pesce, e può quindi essere utilizzato nei casi di malattie del sistema circolatorio e di infiammazioni croniche.
Nel XIV sec. dopo Cristo compaiono in Cina le prime testimonianze scritte sugli usi terapeutici dei semi di canapa. Queste attribuivano loro molteplici proprietà. Il consumo regolare di semi di canapa garantiva una costituzione sana ed una lunga vita. I semi di canapa venivano somministrati specificatamente anche nel caso di problemi legati al ciclo mestruale, stitichezza o tendenza all’intestino pigro, vomito, avvelenamento. Semi, olio e succo della pianta venivano anche usati esternamente per la cura di malattie della pelle, ferite aperte. L’uso dei semi in Europa è riconducibile a tempi antichi.Nell’antica Grecia e nell’antica Roma si utilizzavano semi di canapa ed olio di canapa, oltre a decotti di radici di canapa, già nel I sec.dopo Cristo, quali medicamenti per uso esterno ed interno. I semi erano considerati un accertato rimedio per la cura del mal d’orecchie, causato dall’otturazione del canale auricolare. In altre zone dell’Europa è noto l’uso della canapa dall’inizio della nostra storia. Ritrovamenti antichi con la presenza di semi di canapa ci sono stati in Polonia,e nell’attuale Germania. La prima citazione scritta della canapa si trova nel Capitulare di Carlo Magno (ca. 800 d.C.).Gli uomini dell’alto medioevo hanno usato soprattutto la fibra della pianta, per ricavarne resistenti tessuti per l’abbigliamento e per l’uso tecnico (cordami, vele,..). Contemporaneamente venivano usati i nutrienti semi di canapa sia come alimenti di per sé, che come semi da olio. (fonte: http://www.verdesativa.com)
SEMI DI CANAPA Dal punto di vista botanico si tratta dei frutti della canapa, di una piccola noce, ricoperta di uno strato sottile, lucido e duro. I semi, ricchi di sostanze nutrienti, sono marroni fino a grigio-neri, talvolta anche di color verde-grigio. Il diametro dei semi di canapa è in media dai 3 ai 4 mm.
Contengono mediamente 28 – 35% di sostanza grassa, 30 – 35% di carboidrati, 20 – 24% di proteine ed un’elevata percentuale di vitamina B, rispetto ad altri alimenti di origine vegetale, (in particolare della vitamina B1 e B2), di vitamina E, calcio, magnesio, e ferro. Il contenuto delle sostanze nutritive assimilabili è in media del 29% degli oli, del 13% delle proteine e del 17% dei carboidrati.
Il contenuto di proteine dei semi di canapa è di circa 20-24% ed è quindi, paragonato ad altri semi da olio, come per esempio i semi di lino con il loro contenuto di proteine di 18%, alquanto elevato. Le proteine vengono suddivise nei loro componenti costitutivi, gli aminoacidi, nel tratto stomaco-intestino. Il valore nutritivo di una proteina viene definita essenzialmente dalla composizione degli amminoacidi. Otto di questi 21 aminoacidi non sono prodotti dall’organismo umano, devono essere assunti dall’esterno perché l’organismo abbia a disposizione le proteine indispensabili in quantità sufficiente. Questi otto amminoacidi vengono quindi denominati essenziali.
Una proteina qualitativamente secondaria ha un contenuto di amminoacidi essenziali sfavorevole, cioè non ne ha affatto o in quantità ridotte. Per esempio la soia contiene fino al 48% di proteine, ma mancano alcuni amminoacidi essenziali. Il fabbisogno umano di proteine non può venir coperto dalla soia.
La canapa contiene con il 20-24% solo la metà delle proteine totali contenute nella soia, tuttavia sono presenti tutti ed otto gli amminoacidi essenziali. La proteina è dunque qualitativamente superiore nella canapa rispetto alla soia. Dalle proteine dei semi di canapa l’organismo umano può trarre tutte le proteine essenziali.
Qual è il fabbisogno giornaliero di un adulto in fatto di proteine?Questo fabbisogno oscilla, a seconda del peso corporeo e dell’attività fisica, tra i 45 ed i 120 grammi al giorno, per aumentare in presenza di attività molto pesante. Un piccolo confronto: con circa 300 grammi di semi di canapa si assimilano 60-70 grammi di proteine.
Accanto alle proteine gli acidi grassi sono i componenti più importanti dei semi di canapa. Dai semi si estrae un prezioso olio con caratteristiche fisiologico-alimentari eccellenti ed un gusto caratteristico.
Dai preziosi semi di canapa si estrae un olio altrettanto pregiato tramite un processo di spremitura molto delicato. Essendo racchiuso in una “buccia” dura, il seme viene protetto da fattori esterni, in particolare acidi e luce. Per la produzione di olio il seme viene spremuto fino alla fuoriuscita dell’olio. Qui è necessaria una certa cautela. Con la spremitura si innalza la temperatura e con un elevarsi eccessivo le proteine ed i grassi si modificano. Tanto le proteine quanto gli acidi grassi polinsaturi reagiscono alle temperature elevate.
Le proteine si snaturano a partire da temperature superiori ai 40°, si modificano nella loro struttura chimica. Questo può condizionare l’assimilazione degli amminoacidi. Per quanto riguarda i grassi contenenti acidi grassi insaturi, a partire da temperature di 50° avvengono delle modificazioni. Le catene doppie vengono interrotte e si trasformano negli acidi grassi saturi, meno preziosi dal punto di vista fisiologico ed alimentare. Nella spremitura dunque le temperature non dovrebbero salire oltre i 40°. Se si raggiungono inoltre temperature assai più elevate, come per esempio se si fa friggere l’olio, si a vrà come conseguenza l’insorgere di sostanze tossiche.
Il risultato della spremitura a freddo dei semi di canapa è un olio di qualità con un caratteristico gusto ed il colore altrettanto tipico, verde, dell’olio di canapa. A causa del limitato sviluppo di calore durante la spremitura si mantengono inalterati i valori dei suoi preziosi componenti. I più importanti sono gli acidi grassi polinsaturi, i linoleici e l’alfa-linoleico, oltre al raro gamma-linolenico,alle proteine ed alle vitamine.
Gli acidi linolenici ed alfa-linolenici sono acidi grassi essenziali, cioè non vengono prodotti dal nostro organismo, eppure sono vitali, da ricercare necessariamente negli alimenti. Lo svantaggio di questo processo di spremitura consiste nel quantitativo relativamente basso di olio prodotto, rispetto alla spremitura a caldo o a quella tramite solventi chimici.
Il seme di canapa è l'alimento vegetale con il più alto valore nutrizionale.
In primo luogo ha un contenuto di proteine pari al 20-25 %: l’elevato contenuto di edestina, insieme con l’altra proteina globulare, l’albumina, fa in modo che tali proteine contengano tutti e nove gli amminoacidi essenziali in una combinazione proteica unica in tutto il mondo vegetale; fornendo così al nostro corpo la base su cui creare altre proteine come le immunoglobuline: anticorpi che respingono le infezioni prima ancora che arrivino i primi sintomi percepibili.
Il seme di canapa presenta una frazione grassa (34-35%) di ottima qualità e di composizione equilibrata costituita, per il 70-75%, da una miscela di acidi grassi polinsaturi quali l’acido linoleico, l’acido linolenico ed il gammalinolenico (insostituibile, quest’ultimo, nel processo di sintesi delle prostaglandine, sostanze che regolano l’attività di numerose ghiandole, dei muscoli e dei ricettori nervosi).
Secondo il medico nutrizionista Udo Erasmus, autore del best seller Fats that Heal, Fats that Kill - una vera autorità internazionale nel campo dei grassi e degli oli alimentari - quello di canapa è l’olio vegetale più bilanciato, grazie all’elevato contenuto ed al rapporto ottimale dei due acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6.
La maggior parte degli olii vegetali infatti non contiene il rapporto ottimale di Omega 6 e di Omega 3 e tende a promuovere l’accumulo di prodotti intermedi che ostacolano il metabolismo degli acidi grassi.
L’olio di semi di canapa, al contrario, è correttamente equilibrato e non promuove accumulo di prodotti metabolici.
Oltre all’omega 3 e all’omega 6, l’olio di canapa contiene anche la famiglia dei tocoferoli (vitamina E) che sono antiossidanti naturali, nonché i fitosteroli e alcuni componenti la famiglia dei cannabinoidi, Il Cannabidiolo (CBD), non ha alcun effetto psicoattivo, ma agisce sul sistema delle anandamidi prodotte dal nostro corpo (cannabinoidi endogeni) che modulano le risposte dell’organismo, sia nel sistema immunitario che agevolando le funzionalita’ cognitive e mentali attraverso l’attivazione dei recettori specifici recentemente scoperti.
“Nessun alimento vegetale può essere paragonato ai semi di canapa per quanto riguarda il valore nutritivo. Mezzo chilo di semi di canapa fornisce tutte le proteine, gli acidi grassi essenziali e la fibra necessari alla vita umana per due settimane." Dott. Udo Erasmus da Fats that Heal, Fats that Kill - Alive Books, 1993
L’olio di canapa rappresenta un rimedio basilare, cioè un alimento, che per sua natura può ottimizzare la risposta del sistema immunitario come prevenzione ma anche nella cura di patologie e disturbi che dipendono da squilibri nella omeostasi metabolica ed alterazioni funzionali del sistema immunitario. L’olio di canapa può essere considerato un “vaccino” nutrizionale, nel senso che, ha tutti gli effetti di un alimento protettivo introducendolo quotidianamente nella dieta. L’olio di canapa ha un odore ed un sapore gradevole e può essere utilizzato per condire l’insalata, la pasta, il pesce, ed essere sostituito nell’ uso quotidiano agli altri olii di semi.
Un cucchiaio di olio di semi di canapa (ovvero 10 grammi circa) apporta all’organismo 1,7 grammi di Omega 3, arrivando a coprire l’intero fabbisogno di un individuo adulto; inoltre al pari degli altri oli, ogni grammo di olio di canapa fornisce solo 9 calorie.
Di grande rilievo anche il tenore dei carboidrati che gli conferiscono un valore energetico elevato (516 Kcal per 100 g).Buona è anche la percentuale di fibra grezza e di sali minerali, tra cui prevalgono il ferro ed il fosforo. Considerevole anche la dotazione di vitamine A,E,PP,C, e del gruppo B, con l’esclusione della B 12.
Tra i tanti medici, ricercatori e docenti esperti di acidi grassi essenziali e grandi sostenitori del seme di canapa segnaliamo:
Dott. Elia Jonas Specialista in pediatria e neuropsichiatria infantile nonché Moel della Comunità Ebraica di Roma
Dott. Pasquale Fiengo specialista in fitoterapia (Università di Siena) e in igiene e medicina preventivaVia 4 Novembre, 50 - Ercolano - NapoliTel. 081 7762534 (mattina) – 081 7757828 (pomeriggio)
Prof. Dott. Roland R. Theimer Facoltà di Chimica Fisiologica VegetaleUniversità BergischWuppertal - Germania
(fonte:http://www.fattidicanapa.it)
L’olio di semi di canapa biologico, spremuto a freddo, viene utilizzato sia come integratore alimentare che ad uso terapeutico, per una infinita gamma di patologie tra cui:
• Eczema atopico, herpes, dermatiti, acne• Artrosi• Malfibricistica seno• Tutte le patologie dell’apparato respiratorio (asma, rinite, faringite, tracheite, otite, sinusite, allergie respiratorie)• Malattie degenerative del sistema immunitario; epilessia e crisi convulsive• Nel trattamento della chemioterapia e nella terapia anti-aids
La canapa viene utilizzata da millenni da molte popolazioni per superare epidemie e carestie. La popolazione dell’Australia, ad esempio, nel XIX secolo riuscì a sopravvivere a due lunghe carestie ed epidemie nutrendosi di semi e fiori di canapa.
Proprietà terapeutiche (http://www.vitalibera.it)
E’ stato dimostrato che la somministrazione dell’olio di semi di canapa è efficace per la cura di diverse patologie
L’uso quotidiano di olio di canapa (circa 4/5 cucchiaini al giorno) fa diminuire rapidamente gli eccessivi livelli nel sangue di colesterolo LDL (quello “cattivo”) e di colesterolo totale, riducendo così anche il rischio di trombosi e abbassa, inoltre, i livelli di trigliceridi nel sangue.
L’assunzione dell’olio di canapa, in sostituzione di altri oli, aiuta a prevenire e a ridurre l’arteriosclerosi ed altre malattie cardiovascolari perché mantiene più elastiche le pareti dei vasi sanguigni ed evita l’accumulo di grasso nelle arterie.
Viene usato anche per la prevenzione e per la cura dell’artrosi e dell’artrite reumatoide e di altre malattie infiammatorie come l’infezione cronica della vescica, la colite ulcerativa, il trattamento del colon irritabile e del morbo di Crohn.
Utilissimo per la sindrome premestruale e nella menopausa; combatte l’osteoporosi e viene impiegato per curare problemi di apprendimento, deficit della memoria, difficoltà di concentrazione e mancanza di attenzione, depressione cronica e depressione post-parto.
L’olio di canapa è impiegato, inoltre, nella cura di malattie asmatiche e affezioni respiratorie, sia delle basse che delle alte vie respiratorie.
Per la pelle: Data la sua potentissima azione antinfiammatoria, quest’olio è ottimo per molti problemi della pelle come: psoriasi, vitiligine, eczemi, micosi, irritazioni da allergie, dermatiti secche e per tutte le infiammazioni o irritazioni localizzate. Può inoltre migliorare le condizioni della pelle affetta da acne.
Oltre che all’assunzione per bocca, si applica anche direttamente sulla zona da trattare per ridurre i pruriti e le infiammazioni. Efficace anche per la cura dei funghi alle unghie (onicomicosi).
Dosi per uso terapeutico Le dosi variano a seconda dell’età e della patologia ed è consigliabile rivolgersi ad un medico per essere sicuri di assumerne le giuste quantità.
In genere per gli individui sani (quindi per la prevenzione) è consigliabile prendere un cucchiaino da tè al mattino a digiuno per tutto l’anno (o per sei mesi all’anno), mentre per i soggetti affetti da patologie 1 cucchiaio al giorno per tutto l’anno, fino ad arrivare a 3 cucchiai come terapia di attacco.
Ed infine…
Le proprietà nutritive dipendono anche dalla qualità dei semi; è molto importante scegliere prodotti estratti per spremitura dei semi a freddo e assolutamente evitare quelli estratti con solventi perché con questo procedimento tutte le sostanze nutrizionali vengono drasticamente ridotte.
Per mantenere intatto il valore nutrizionale dell’olio di canapa e prevenirne l’ossidazione e l’irrancidimento, conservarlo in bottiglie di vetro scure, al riparo da fonti di luce e calore. Dopo l’apertura, l’olio di semi di canapa andrebbe conservato in frigorifero.
'olio di canapa è particolarmente ricco di acidi grassi essenziali polinsaturi (contenente due o più doppi legami) della famiglia omega. Tecnicamente gli Omega sono acidi grassi polinsaturi che, dal punto di vista chimico, hanno la caratteristica di possedere un primo doppio legame in posizione 3 (O3) o in posizione 6 (O6) a partire dall’ultimo atomo di carbonio della catena che li forma.
La maggior parte degli olii vegetali non contiene il rapporto ottimale di omega 6 e di omega 3 e tende a promuovere l’accumulo di prodotti intermedi che ostacolano il metabolismo degli acidi grassi. L’olio di semi di canapa, al contrario, è correttamente equilibrato e non promuove accumulo di prodotti metabolici.
Oltre all’omega 3 e all’omega 6, l’olio di canapa contiene anche la famiglia dei tocoferoli (vitamina E) che sono antiossidanti naturali, nonché i fitosteroli e alcuni componenti la famiglia dei cannabinoidi.
Il Cannabidiolo (CBD), non ha alcun effetto psicoattivo, ma agisce sul sistema delle anandamidi prodotte dal nostro corpo (cannabinoidi endogeni) che modulano le risposte dell’organismo, sia nel sistema immunitario che agevolando le funzionalita’ cognitive e mentali attraverso l’attivazione dei recettori specifici recentemente scoperti.
L’olio di canapa rappresenta un rimedio basilare, cioè un alimento, che per sua natura può ottimizzare la risposta del sistema immunitario come prevenzione ma anche nella cura di patologie e disturbi che dipendono da squilibri nella omeostasi metabolica ed alterazioni funzionali del sistema immunitario. L’olio di canapa può essere considerato un “vaccino” nutrizionale, nel senso che, ha tutti gli effetti di un alimento protettivo introducendolo quotidianamente nella dieta. L’olio di canapa ha un odore ed un sapore gradevole e può essere utilizzato per condire l’insalata, la pasta, il pesce, ed essere sostituito nell’ uso quotidiano agli altri oli di semi.
Gli «omega 3» presenti nell’olio di semi di canapa influenzano il cervello
Una ricerca fa il punto sull’importanza di alcune sostanze per le attività cerebrali.
Gómez-Pinilla, professore di neurochirurgia e scienze fisiologiche allo UCLA, ha passato la vita a studiare gli effetti del cibo, del sonno e dell’esercizio fisico sul cervello. Ora ha deciso di pubblicare una sintesi delle ricerche più importanti a questo proposito, analizzando 160 studi d’eccellenza che trattano il ruolo dell’alimentazione nello sviluppo cognitivo. Il risultato dell’analisi, che verrà pubblicato sull’edizione di luglio di Nature Reviews Neuroscience, è già consultabile online e, soprattutto, rappresenta un vero e proprio elogio degli acidi grassi Omega-3.
OMEGA-3 – Nel riassunto ragionato degli studi più importanti emerge un effetto quasi miracoloso da parte di questi acidi grassi presenti nel pesce, nei crostacei, nelle mandorle, nelle noci, nei kiwi e in molte altri cibi (tra cui ovviamente i semi di canapa e l’olio derivato da essi, ndr).In sostanza gli Omega-3 agiscono sulla fluidità delle membrane cellulari, migliorando lo sviluppo cognitivo nei bambini e contrastando i processi degenerativi nelle persone anziane.
ALCUNI ESEMPI – Per esempio uno studio realizzato in Inghilterra ha dimostrato che le performance scolastiche di un gruppo di studenti «cresciuti» a Omega-3 erano più alte rispetto a quelle degli altri alunni. Analoghi risultati sono stati confermati da una ricerca australiana su 396 bambini tra i 6 e i 12 anni divisi in due gruppi a seconda delle sostanze assunte: il primo gruppo, cui erano stati somministrati acidi grassi Omega-3, ferro, acido folico, vitamine A, B6, B12 e C, mostrava un’intelligenza verbale e una facilità di apprendimento superiore al gruppo che non aveva ricevuto lo stesso apporto nutritivo. Infine anche una ricerca indonesiana su un campione di 394 bimbi conferma un legame direttamente proporzionale tra acidi grassi Omega-3 e sviluppo cerebrale, ma in questo caso mostra un’incidenza maggiore tra le bambine.
VARIABILI COLLEGATE – In sostanza gli acidi grassi Omega-3 influenzano soprattutto la memoria, l’orientamento spazio-temporale, l’attenzione, la fluidità di parola e la velocità di elaborazione cognitiva. Allo stesso modo la carenza di queste sostanze può aumentare il rischio di dislessia, di demenza, di depressione e di schizofrenia. L’isola giapponese Okinawa è uno degli esempi più calzanti della veridicità delle teorie illustrate: qui la gente mangia moltissimo pesce e fa molta attività fisica. Il risultato è che la popolazione dell’isola nipponica è una delle più longeve e il tasso di disordine mentale è a livelli minimi. Inutile specificare cosa pensi il Prof Gómez-Pinilla del cosiddetto junk food (cibo spazzatura) e dei fast food, considerato che i grassi saturi svolgono invece un ruolo esattamente opposto rispetto agli Omega-3. In tutti i casi, per sua stessa ammissione, da quando ha iniziato ad approfondire il ruolo dell’alimentazione nello sviluppo del cervello, il professor Pinella evita accuratamente certi cibi.
Fonte: Corriere.it
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PER CONCLUDERE VORREI RINGRAZIARE TUTTI I DOTTORI ASSERVITI A CUI VORREI RACCOMANDARE-:LUNEDI ANDATE A LAVORARE E SPACCIARE UN PO DI FARMACI E CURE CHE A DIRE LE COSE COME STANNO CI PENSO IO.
Gallenti Giuseppe: Stalker delle classe mafiosa medica e manipolatore di medicina...........