
Oltre la Coltre Dal sito Peace Reporter apprendo una notizia che ha a dir poco dell’incredibile, anche grazie al fattore sorpresa con cui è saltata fuori. Un tempismo sospetto che sembra l’inizio di quella metodologia tanto cara ai fautori del Nuovo Ordine Mondiale: problema-reazione-soluzione. Leggiamo prima la notizia: “L’Assemblea generale dell’Unesco ha approvato l’adesione a pieno titolo della Palestinanell’organizzazione. Il ‘via libera’ rischia di creare una spaccatura con gli Usa, che avevano preannunciato di sospendere i finanziamenti all’Unesco in caso di un voto favorevole. I paesi che si sono astenuti sono 52, fra cui Italia e Gran Bretagna. Fra i 107 paesi che hanno votato a favore vi sono la Francia, oltre alla quasi totalità dei paesi arabi, africani e dell’America Latina. Stati Uniti, Canada e Germania sono fra i 14 voti contrari. L’adesione della Palestina come stato membro a pieno titola comporterà gravi conseguenze finanziarie per l’organismo Onu a tutela della cultura. Una legge degli anni Novanta impone infatti agli Stati Uniti di cessare i finanziamenti ad ogni organismo dell’Onu che accetti l’ingresso della Palestina come stato a pieno titolo. Attualmente Gli Stati Uniti sono il principale finanziatore dell’Unesco e contribuiscono al suo bilancio per il 22 percento. “Riteniamo che tutto ciò sia controproducente… l’unica strada per i palestinesi passa attraverso negoziati diretti“, ha detto il sottosegretario americano all’istruzione Martha Keller giusto prima del voto all’Unesco. Non è un caso che le autorità palestinesi abbiano scelto proprio l’agenzia delle Nazioni Unite per la Scienza, l’Educazione e la Cultura, per tentare il proprio ingresso nell’Onu. Infatti in questo contesto gli Stati Uniti non hanno potuto porre il veto, mentre l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) potrebbe richiedere il riconoscimento di alcuni siti dei territori come patrimonio dell’umanità”.
Può essere la miccia per accendere il conflitto finale, atto all’espropriazione definitiva della Striscia di Gaza? Certo.
Gli Usa “non possono accettare” l’adesione della Palestina, questo è quanto detto dal rappresentante degli Stati Uniti nell’Unesco, intervenuto alla sessione plenaria dell’Unesco dopo il voto favorevole ai palestinesi. Il rappresentante di Israele ha descritto il via libera come “una tragedia”. Insomma qualcosa di grosso bolle in pentola.
Andiamo indietro nel tempo, alla nascita di quest’organismo internazionale. L’excursus storico si rende necessario se vogliamo capire alcune delle mosse attuali del mondialismo.
L’Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nei settori dell’istruzione, della scienza, della cultura e della comunicazione. Si tratta di un’organizzazione mondialista, un’estensione particolare dell’Onu, dipendente dai soliti circoli d’élite (Bilderberg, Trilateral Commission, Aspen Institute etc.) che mirano alla globalizzazione totale. Il primo direttore generale dell’Unesco fu Sir Julian Huxley, fratello del più celebre Aldous Huxley autore di uno dei romanzi più profetici della storia “Brave new world” e promotore della diffusione delle droghe, e dei programmi di controllo mentale come MKUltra.
Nel 1946 Huxley scrisse un documento, quanto mai sinistro intitolato “UNESCO: il suo scopo e filosofia”, in cui affermò che tale organizzazione servisse per:
“contribuire a far emergere una singola cultura mondiale, con la sua propria filosofia e retroterra di idee e con suo proprio scopo. Questo è opportuno, poiché questa è la prima volta nella storia che sono disponibili l’impalcatura e i meccanismi per l’unificazione del mondo ed anche la prima volta che l’essere umano ha avuto i mezzi (nella forma di scoperte scientifiche e sue applicazioni) per porre una base mondiale per un minimo di benessere fisico di tutta la specie umana…”
(Julian Huxley, UNESCO Its Purpose and Its Philosophy (1946). Preparatory Commission of the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation, page 61.)
Nulla di quello che decidono questi signori è per caso, e nulla è fatto per perseguire il bene comune. Questo deve essere chiaro a tutti.
Entriamo nello specifico. Julian Huxley è stato un biologo evoluzionista inglese, umanista e internazionalista. Padre del transumanesimo, ovvero della robotizzazione e quindi della diminuzione del fattore umano nell’umanità per il bene dei pochi che ci controllano. Il transumanesimo è essenzialmente eugenetica, una scienza basata sulla filosofia darwinista applicata all’umanità, ovvero i forti che si evolvono e i deboli che soccombono. L’eugenetica si basa sulla necessità di affermare che vi sia un gruppo superiore e uno inferiore nella popolazione umana. Tali teorie sono poco sbandierate. Sarebbe molto svantaggioso e socialmente inaccettabile, dire pubblicamente che vi sono alcune razze, gruppi etnici o culturali che sono inferiori al resto della popolazione, ma in segreto, è proprio questo che l’elite degli eugenisti crede. Sir Julian fu membro della Società Eugenetica Britannica, di cui fu addirittura presidente per alcuni anni e fu autore di alcuni studi sulla riduzione della popolazione e la pianificazione delle nascite.
Ovvio è che le élite dei transumanisti non hanno alcuna intenzione di far “evolvere” tutta l’umanità, il loro obiettivo è quello di promuovere solo le loro linee di sangue e lasciare il resto della popolazione, sofferente, in modo che essa non abbia altra scelta che diventare loro schiava, cavia da laboratorio e ovviamente forza lavoro. Non è proprio quello che sta avvenendo?
“Gli strati più bassi della popolazione si riproducono troppo in fretta. Quindi … non devono avere accesso facile alle strutture di soccorso o agli ospedali in quanto questi ostacoli alla selezione naturale, faciliterebbero la sopravvivenza e la riproduzione ulteriore del volgo. La disoccupazione a lungo termine dovrebbe comportare la sterilizzazione dell’individuo “.
Queste parole appartengono sempre al primo direttore dell’Unesco, Sir Julian Huxley. Mostruoso, vero?
Qual’è oggi la mission dell’Unesco? A che punto sono arrivati gli studi nel campo dell’eugenetica? Credo che la fantascienza non sia in grado di descrivere i progressi tecnologici raggiunti in gran segreto da questo cenacolo di mecenati. Noi restiamo muti a guardare, pensando di aver capito tutto, mentre a noi è riservata solo la superficie degli eventi.
Che questo grido “palestina libera” non sia una specie di canto del cigno.
http://www.oltrelacoltre.com/?p=11317
Tratto da: L’UNESCO “riconosce” la Palestina | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2011/11/01/l%e2%80%99unesco-%e2%80%9criconosce%e2%80%9d-la-palestina/#ixzz1cT5qNv3F
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!