Salute: Bayer, risarcimento di 142 milioni di dollari per chi ha assunto l’anticoncezionale Yasmin
La Fda ordina di potenziare gli avvisi sui rischi di embolia. 142 milioni di dollari per risarcire 11.900 cause intentate contro la pillola e 50 morti solo in Usa.
«Sapete che la maggior parte delle donne che ha abbandonato Yasmin e Yasminelle lo ha fatto per eccesso di effetti collaterali?». È solo una delle tante testimonianze presenti sul forum ladyfertility.forumattivo.com. Parlano di stati d’ansia, gonfiori, nausee e capogiri cominciati dopo aver assunto la pillola contraccettiva Yasmin. Si racconta poi di medici che la prescrivono quasi fosse priva di effetti collaterali: «La mia ginecologa mi ha dato quasi della matta quando le ho detto che l’ansia mi era aumentata in modo sproporzionato con annessi attacchi di panico, purtroppo ancora oggi ne pago le conseguenze», scrive con uno pseudonimo Elke. «Il mio ginecologo voleva darmi la Yasmin ma l’ho rifiutata, spiegandogli i miei motivi. Mi disse che, se davvero era così pericolosa, i medici avrebbero dovuto saperlo», spiega un’altra utente. Ma c’è di più. Sul sito in lingua inglese createforum.com, il portale internazionale che raccoglie testimonianze di donne che hanno utilizzato il contraccettivo Yasmin, si legge anche di casi di trombosi. E della morte, solo in America, di 50 donne attribuita all’assunzione della pillola per cui la sua casa farmaceutica, la Bayer, è stata denunciata.
Proprio a giugno, infatti, la casa farmaceutica di origine tedesca ha comunicato di aver speso 142 milioni di dollari per le cause intentate contro la pillola, di cui circa la metà riguardano trombosi o embolie polmonari. In totale sono 11.900 le cause legali contro la Yasmin affrontate dalla Bayer solo negli Stati Uniti. In America, infatti, la pillola di nuova generazione è il quarto contraccettivo orale più venduto, che, secondo i dati del Ims Health, nel 2010 ha generato un mercato di 1,58 miliardi di dollari. La Bayer ha comunicato di aver patteggiato per ragioni di immagine ed economiche e di non aver ammesso alcun misfatto. Anche se, dopo che la pillola era stata presentata come la più sicura, leggera e con meno effetti collaterali di quelle delle generazioni precedenti, la Food and Drug Administration, esaminate più di 835 mila donne che utilizzano il drospirenone contenuto nella Yasmin e in altri contraccettivi, ha ordinato di potenziare gli avvisi di rischio di embolia.
«Il fenomeno delle trombosi è un effetto collaterale noto delle pillole anticoncezionali. Esso può poi complicarsi in embolie polmonari o in trombosi cerebrali», spiega a tempi.it il dottor Renzo Puccetti, membro dell’unità di ricerca della European Medical Association. «Questi effetti sono dovuti all’ipercoagulabilità del sangue generata dalla pillola. In teoria questo rischio dovrebbe essere minore nelle pillole di seconda generazione che contengono il Levonorgestrel. Meno sicuri si sono poi rivelati gli anticoncezionali di terza generazione. Ma ora sappiamo che è lo stesso anche per quelli di quarta come la Yasmin, che contengono appunto il drospirenone, che inizialmente sembravano essere i più innocui». E invece sempre più donne lamentano effetti collaterali a volte anche molto pesanti. «Esistono diversi studi. Alcuni contrastanti. Ad esempio, per quanto riguarda gli effetti sulla libido, alcuni parlano di calo del desiderio, mentre altri non lo riscontrano. È un fatto, però, che molte donne che assumono la pillola parlano di gonfiori e di cambi d’umore. Di questo non si può che prendere atto. Non solo, uno studio americano con una casistica davvero ampia dimostra che dopo 18 mesi di assunzione della Yasmin, così come di altre pillole, solo il 30 per cento delle donne torna dal medico per farsela prescrivere nuovamente».
Questi fallimenti non sono però privi di conseguenze. Oltre a generare malessere sfociano spesso in gravidanze indesiderate. A confermarlo sono i dati francesi. Puccetti spiega che «spesso le donne dopo il fallimento di un contraccettivo per varie ragioni passano ad usarne un altro. È soprattutto in questa fase che rimangono incinte senza volerlo. In Francia, infatti, su 100 donne che non vogliono rimanere incinte solo il 5 per cento non usa la contraccezione, il restante 95 usa in maggioranza la pillola o la spirale. Nonostante questo, gli aborti sono 210 mila all’anno. Mi domando come sia possibile, se i contraccettivi sono davvero così efficaci». Il problema fondamentale quindi è di tipo informativo. «Il messaggio che è passato anche nella classe medica è che la Yasmin fosse una pillola leggera e che la minore ritenzione idrica che essa assicurava fosse sinonimo di maggiore tollerabilità e sicurezza. La Yasmin, così, è apparsa come la pillola per le giovanissime. Per questo credo che sia stata prescritta dai medici in maniera molto ampia». Eppure ci sarebbe stato un modo di evitare le trombosi. Che però confligge con il mercato della cosiddetta salute riproduttiva. «In effetti – fa notare Puccetti – gli screening per verificare, ad esempio, la predisposizione alla trombosi, vanno contro le esigenze economiche e i motivi di accessibilità semplice per cui la pillola viene commercializzata. Perciò le linee guida non li consigliano come indagini di primo livello».
Qui sta la contraddizione tra la prescrizione di farmaci per curare e di prodotti che alterano le funzioni naturali del corpo: «da quando l’Oms ha dato un concetto di salute distorto, definendola come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non come la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità, si è arrivati a concepire qualsiasi desiderio inevaso come una minaccia alla salute. Così quel desiderio diventa un diritto. Da qui l’assurdo per cui in questo ambito le donne spesso non dicono al medico il loro problema attendendo da lui la risposta, ma pretendono che lui si faccia esecutore, attuando la risposta da loro stesse individuata: ad esempio arrivano che hanno già deciso di prendere la pillola e il medico la deve prescrivere. Credono, poi, sbagliandosi, che attraverso la chimica sia possibile impedire che le proprie azioni abbiano delle conseguenze, soprattutto se indesiderate come i figli. E sembra non importi se non sono malattie, ma esseri umani».